L’ultima intervista di Maso. L’omicidio di Montecchia di Crosara su Rai1 Ora Pietro ha fondato una onlus per assistere i carcerati

Ci sono delitti che colpiscono più di altri, che turbano nel profondo. Perché succedono? Perché accadono in quel tempo? Nel secondo appuntamento di “Cronache Criminali”, andato in onda lunedì sera su Rai 1, Giancarlo De Cataldo ripercorre l’efferato omicidio dei coniugi Maso avvenuto per mano del figlio Pietro e dei suoi complici, nel 1991 in Valdalpone a Montecchia di Crosara. Un caso che ha sconvolto l’Italia e suscitato un grandissimo clamore mediatico. Per i particolari raccapriccianti del delitto, per il carisma di chi lo ha organizzato, e perché la provincia, i cui i valori tradizionali erano stati sostituiti dal “dio denaro”, “i schei’’, è stata considerata “complice” del duplice omicidio che ha turbato il nostro Paese.
Da uno studio virtuale, lo scrittore e sceneggiatore, già magistrato, tra i massimi esperti di crime, Giancarlo De Cataldo, conduce gli spettatori dentro quella storia e dentro quel tempo, per comprenderne meglio i contorni, fotografandone la cornice sociale, di costume e politica, ma anche quella relazionale nella quale è maturata.Una storia “televisiva”, non solo per come il piccolo schermo si è interessato al caso, ma anche per il ruolo che ha avuto nella “formazione” di uno degli assassini: Pietro Maso, affascinato da Don Johnson, il celebre interprete di Miami Vice, bello, glamour e a bordo di una Ferrari bianca, vuole essere come lui. I miti imperanti dell’epoca, del resto, sono il successo, il denaro, i beni materiali. In “Cronache Criminali”, attraverso il documentario scritto da Flavia Triggiani e Marina Loi, è proprio Pietro Maso a raccontare – in quella che ha dichiarato che sarà la sua ultima intervista – la sua gioventù priva di ideali e la sua rinascita, iniziata in carcere anche con l’aiuto della fede. Un uomo ben diverso dal giovane sprezzante e spavaldo che tutti hanno visto nelle immagini del processo. Un uomo che oggi chiede di essere dimenticato per il suo passato drammatico e che, nel suo percorso di riqualificazione, ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare i carcerati a reinserirsi nella società, grazie ad una onlus. A distanza di oltre 30 anni il giovane di Montecchia di Crosara dichiara che questa è stata la sua ultima intervista.