Ma è un’imposizione. E sa troppo di ricatto

Non tutti la pensano così. Il tema “green pass sì, green pass no” ha di molto superato lo stesso problema sul vaccino. Anche perchè, va detto, il green pass in realtà, è una scelta che, per ora, ha convinto soltanto pochissimi (3) paesi al mondo.
E pare, onestamente, un autentico ricatto, soprattutto se riportato al mondo dei bambini. Per i quali, ad esempio, è per ora interdetta qualsiasi attività ludico-sportiva al chiuso.
Quindi, per essere chiari, un bambino o una bambina non può fare basket, o volley, o danza, perchè serve il green pass.
E’ giusto tutto questo? La risposta è facile: no, non è giusto, per niente.
Perchè, se è accettabile una certa imposizione per gli adulti (esempio, insegnanti o medici…), diventa assai difficile usare lo stesso metro per i bambini.
Costretti in questo caso a non fare attività, se non con regolare green pass, che si ottiene ovviamente solo col vaccino.
L’alternativa? Fare ogni volta un tampone, che è un’ipotesi assurda, sia per i tempi, ma soprattutto per i costi che una famiglia dovrebbe sopportare. Ecco perchè, continuiamo a ritenere il green pass un’imposizione del tutto evitabile e pure sbagliata. Perchè va a colpire soprattutto quella fascia di età che oggi sta crescendo, che ha bisogno di spazi, movimenti, attività. E soprattutto di fiducia, in un futuro che sia meno “invasivo”. Il green pass purtroppo lo è. Red.