Manodopera in agricoltura: c’è crisi La relazione diretta con l’infiltrazione di organizzazioni criminali dedite al caporalato

La crisi della manodopera in agricoltura, carenza di strumenti, legalità e nuovi scenari. Queste le principali tematiche affrontate nel convegno promosso da Confcooperative Verona e Fedagripesca Veneto in collaborazione con l’Inail Direzione Territoriale Verona e L’Ispettorato del Lavoro, il giorno 8 luglio 2022. Numerose le cooperative del territorio che hanno partecipato in presenza e numerose le cooperative del Veneto che hanno seguito il convegno in modalità online.
“L’impostazione del convegno, all’interno delle linee di contrasto del caporalato, ha inteso infatti analizzare lo stato di salute dell’occupazione all’interno del comparto agricolo, le enormi difficoltà che lo stesso si trova ad affrontare nel momento di ricerca del fattore lavoro all’interno di oramai una carenza strutturale di manodopera che coinvolge l’agricoltura da diversi anni e che costituisce il principale elemento di catalizzazione alle infiltrazioni di organizzazioni dedite al caporalato ed allo sfruttamento” afferma il Presidente di Fedagripesca Veneto Silvio Dani.
“Abbiamo cercato di analizzare le diverse cause, macroeconomiche, giuridiche e sociali che sono alla base di questa situazione”, conferma il Presidente di Confcooperative Verona Fausto Bertaiola.
“Altro fattore che causa la cosidetta “carenza della manodopera in agricoltura” riguarda il grado di attrattività nei confronti della popolazione Italiana del lavoro stagionale in agricoltura. Da anni si osserva la crescita dell’occupazione, in una prima fase, verso lavoratori Comunitari e poi, in una seconda fase, verso lavoratori extra UE, fortemente accentuata anche dal blocco della mobilità intracomunitaria degli ultimi anni. Chiaro che, in questa dinamica, risulta determinante una corretta pianificazione degli ingressi all’interno del c.d. Decreto Flussi, il provvedimento con il quale il Governo regolamenta anche le entrate per lavoro stagionale in agricoltura. Il rischio però è quello che possa verificarsi un fenomeno di sottostima della domanda che rende lo strumento non perfettamente aderente rispetto il fabbisogno di manodopera nei settori agricoli, contribuendo ad aumentare il deficit occupazionale, attualmente stimato in circa 100.000 unità a livello Nazionale”, afferma il Direttore di Confcooperative Verona Davide Bulighin.
È altrettanto chiara ed evidente la relazione diretta tra assenza di manodopera ed infiltrazione di organizzazioni criminali dedite al caporalato, anche utilizzanti lavoratori privi di regolare titolo di soggiorno. Ma è anche auspicabile una riflessione seria e responsabile sulla re-introduzione di strumenti che consentano comunque la semplificazione dell’ingaggio lavorativo soprattutto nei settori caratterizzati dal profilo della breve temporaneità della prestazione.