Meggio&Paloschi: il Chievo dei sorrisi Attaccanti complementari, esaltati dal gioco di Maran: quando ancora si poteva sognare

Ogni tanto è bello rientrare in una favola. Come quella del Chievo, ad esempio. Recuperare vecchie foto, come queste. Vecchi amici che tornano a ricordarci di come eravamo, di quello che è stato il Chievo dei miracoli. Paloschi e Meggiorini festeggiano così il gol alla Lazio: colpo di tacco in acrobazia di Meggiorini, gol di Paloschi, di testa. Finì 4-0, era il Chievo di Maran, che dava spettacolo e andò, sette giorni dopo, a pareggiare a Torino con la Juve dopo averla spaventata. Di quella coppia, Meggiorini era l’uomo di fatica, quello che correva per due, che faceva pressing, che aveva conquistato i tifosi per il suo modo di essere. Paloschi era l’opportunista, cresciuto alla scuola di Inzaghi, ma non era certo meno generoso del compagno. Correva, primo difensore, instancabile. Furono, quelle del Chievo,le sue stagioni migliori. Poi passò al Swansea, per dare ossigeno alle casse societarie, ma non fu più la stessa cosa. E un paio d’anni dopo, anche il Chievo cominciò una lenta, irreversibile discesa…