Mine vaganti apre il Grande Teatro. Oggi l’inaugurazione della 36° edizione La rassegna, organizzata dal Comune con il Teatro Stabile, torna alla normalità

Con la riproposta di un cartellone di otto spettacoli, il Grande Teatro, rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona, torna alla normalità di sempre. Torna a ravvivare gli autunni e gli inverni degli appassionati di teatro che da oltre trent’anni onorano con la loro presenza questa fortunata rassegna. A inaugurarla, al Nuovo dall’8 al 12 novembre alle 20.45 e il 13 alle 16.00, è Mine vaganti, spettacolo tratto dal film omonimo di Ferzan Özpetek del 2010. La regia e l’adattamento teatrale sono dello stesso Özpetek. Accanto ai protagonisti Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini, saranno in scena Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini e Jacopo Sorbini. Venduto in quindici paesi stranieri dopo il passaggio alla Berlinale, Mine vaganti vinse due David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, quattro Globi d’Oro e altri prestigiosi premi. Come nel film, dopo essersi sprovincializzato a Roma, il giovane Tommaso intende tornare nella grande casa di famiglia nel paese del Sud dove è nato e comunicare al variegato clan dei parenti chi è veramente: un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia come tutti credono. Confida l’intento al fratello Antonio che però lo spiazza e anticipa la notizia. Vista la reazione del padre, colpito da infarto, e lo sconcerto della parentela, Tommaso è costretto a fermarsi in paese per occuparsi del pastificio di famiglia. Qui deve rivedere i suoi piani e lottare contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti. “Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa – dice Ferzan Özpetek – è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così – prosegue – ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo’’. Giovedì 10 alle 18.00 tutta la compagnia incontra il pubblico nel Piccolo Teatro di Giulietta del Nuovo. Condurrà l’incontro Carlo Mangolini, direttore artistico Spettacolo del Comune di Verona.