Museo lapidario maffeiano Il viaggio tra le meraviglie della nostra città (Tiziano Brusco)

di Descouens

Fu Scipione Maffei, personaggio erudito della Verona settecentesca, a fondare il Museo lapidario facendolo diventare una delle più antiche istituzioni pubbliche museali europee. Il Museo si trova nel cuore del centro storico di Verona, all’interno delle mura comunali, prospiciente piazza Bra e a pochi passi dall’Arena di Verona.
Fu un lungo e appassionato lavoro quello del Maffei, che raccolse centinaia di iscrizioni e lapidi antiche, in quanto convinto dell’importanza di condividere liberamente la conoscenza con il pubblico, tanto che decise di chiamare questa istituzione Museum Veronense, ovvero “museo della città di Verona”.
Il museo occupa un terreno che venne acquistato nel 1603 dall’Accademia Filarmonica di Verona, per costruirvi la propria sede e il teatro Filarmonico; si trattava, oggi come allora, di un’area di pregio, posta accanto ai portoni della Bra, e a breve distanza dall’Arena di Verona. Domenico Curtoni, nipote e allievo del noto architetto rinascimentale-manierista Michele Sanmicheli, molto conosciuto a Verona per aver progettato le porte della città, fu il progettista incaricato dei lavori: egli riuscì a completare l’imponente pronao esastilo e gli ambienti retrostanti.
Curtoni fece, nell’ambito dell’architettura teatrale, un’opera di grande valore, in quanto per la prima volta si diede un prospetto monumentale a questa tipologia di strutture.
Scipione Maffei, che nel 1701 divenne socio dell’Accademia Filarmonica, fu uno studioso veronese che inizialmente si offrì di riordinare numerose epigrafi di origine etrusca, greca e romana.
Il Maffei in seguito iniziò ad acquisire, al fine di evitarne la dispersione, molte iscrizioni da raccolte private veronesi.
Tali epigrafi, nel tempo continuarono a crescere di numero in quanto lo studioso proseguì nella raccolta di questi documenti, ampliando la propria ricerca in varie zone d’Italia, arrivando perfino, nel 1720, a vendere alcuni dipinti in modo da poter sovvenzionare l’acquisto di ulteriori lapidi e finanziare la costruzione della struttura che le avrebbe ospitate.
Nello stesso periodo, inoltre, promosse il completamento del teatro Filarmonico, il cui progetto venne commissionato a Francesco Bibiena. Egli riuscì così a fondare un museo pubblico ove mettere a disposizione di tutti il patrimonio culturale che aveva accumulato nel corso degli anni.
Gli acquisti del marchese Maffei continuarono, fino alla necessità di ristrutturare il museo per ampliarne gli spazi espositivi. Il progetto di ristrutturazione fu affidato al pittore e architetto classicista Alessandro Pompei.
Gli interventi più recenti sul cortile e risalgono in particolare a due fasi: tra il 1927 e il 1929 venne eseguito il progetto di sistemazione del museo dell’architetto Ettore Fagiuoli, che prevedeva la riduzione delle dimensioni del cortile traslando verso l’interno il porticato, anche tramite la realizzazione di un’ampia esedra.
Solo con il riallestimento museale su progetto di Arrigo Rudi del 1982, il museo fu dotato di nuovi spazi con l’aggiunta agli spazi museali del cortile, di alcuni ambienti situati ai piani superiori dell’ala rivolta verso la Bra.

Tiziano Brusco