Nel bene e nel male, purchè se ne parli A dominare la scena della seconda stagione di “The Ferragnez’’ sono i rapporti umani

“C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé”, afferma acutamente l’affascinante Dorian Gray in uno dei passaggi più celebri del romanzo di Oscar Wilde. Chissà se quel brillante dandy, in quella grigia e doppiogiochista Londra Vittoriana di fine Ottocento, avrebbe mai immaginato che la sua citazione sarebbe diventata il primo, controverso comandamento del marketing contemporaneo: nel bene e nel male, purché se ne parli. E, soprattutto, chissà che reazione avrebbe esibito, il buon Oscar, se avesse saputo che le sue parole a distanza di centotrent’anni avrebbero trovato conferma in una docu-serie di Amazon Prime incentrata sulla patinatissima vita di Chiara Ferragni e Fedez. A un anno e mezzo dall’uscita dei primi episodi di “The Ferragnez”, su Amazon Prime sono approdati i sette episodi della seconda stagione. Per questo secondo capitolo, la coppia più famosa e seguita d’Italia ha voluto un approccio diverso, più intimo: eliminato quasi completamente il focus sull’allegra e dinamica famiglia allargata, ridotto lo sfarzo (secondo i loro standard s’intende), più contenuta e approfondita la narrazione. Insomma, se la prima stagione poteva tranquillamente essere percepita come un taglia e cuci costosissimo e megachic delle migliaia di contenuti social postati su Instagram dalla royal couple e del loro parentado-influencer, questa seconda stagione può, almeno, vantare una difesa discreta dal punto di vista contenutistico. A dominare la scena, questa volta, sono quasi interamente i rapporti umani e i loro fragili equilibri; c’è la relazione con i figli, quella tra fratelli, quella tra marito e moglie e, principalmente, il complesso dialogo con sé stessi. Attraverso la telecamera che riprende le sedute dal terapista di coppia (una delle poche guest-star sopravvissute alla selezione naturale post primo capitolo), lo spettatore è reso partecipe delle gioie e delle difficoltà dei protagonisti: seduti su quelle poltroncine, lontani dal glamour e senza filtri, Chiara e Federico appaiono due – firmatissimi – esseri umani che, come tanti, si trovano a combattere con incertezze e difficoltà, a cominciare dal duro rapporto con la malattia (indiscutibilmente uno dei temi portanti di questa stagione). Esattamente come è stato per la prima stagione, la serie è piacevole, a tratti divertente, in determinati momenti persino commovente. Niente di nuovo, purtroppo, neanche sul fronte delle criticità: “The Ferragnez” si riconferma l’ennesimo slancio di egocentrismo di due persone che vivono di esibizionismo. Del resto, esporsi eccessivamente e mettersi al centro dell’attenzione è quello che li contraddistingue da sempre, dunque c’è poco da recriminare. A conti fatti, quindi, il giudizio che possiamo dare è lo stesso del 2021. Anzi, più che un giudicare, non possiamo esimerci dal porci una domanda: ne avevamo veramente bisogno?

Martina Bazzanella