Ngonge, una rovesciata per la storia Il fantasista belga ha realizzato una rete che può essere considerata un autentico capolavoro

La rovesciata di Cyril Ngonge entra di diritto nella storia del Verona. La “bicicletta” con cui il fantasista belga ha realizzato il momentaneo 2-2 in Friuli contro l’Udinese può essere considerata tranquillamente la rete più bella dell’ultracentenaria storia dell’Hellas. In quel gesto c’è tutto. Tecnica, fisicità, tempismo, sana incoscienza. Il momento sublime di una partita che è entrata di diritto negli annali gialloblù. Tante partite in una partita. Un Verona inizialmente dimesso, imbarazzante in fase difensiva, in balia della squadra dell’ex Cioffi. Ma c’è il lieto fine firmato dal redivivo Henry. Con il francese ultimamente nemmeno convocato per fare gamba con la Primavera, un giocatore, è bene ricordarlo, che lo scorso anno era già stato ceduto al Genoa ma che, in quella che doveva essere la sua ultima e fugace apparizione in gialloblù, si sfasciò il ginocchio. Una storia incredibile, una delle tante vissute in un pomeriggio da cuori forti e con un’immagine simbolo. Quella di Filippo Terracciano, un “bocia”, in campo con la maglia che fu già del papà Antonio ma con la fascia di capitano al braccio. Da brividi. Gli stessi della memoria rivedendo ancora una volta la soluzione volante di Ngonge. E’, dunque, quello del belga il gol più bello della storia gialloblù? E allora, sollecitata interroghiamola quella memoria. Una rete simile l’Hellas la mise a segno al Picco di La Spezia. Gennaio 2021 è la rovesciata di Zaccagni a dare i tre punti all’Hellas di Juric. Traversone dalla destra di Faraoni, Zaccagni controlla con il petto e spalle alla porta si inventa una rete da favola. C’è da dire che l’attuale giocatore della Lazio ha più tempo per pensare la giocata, tecnica eccellente ma meno istinto rispetto a Ngonge. A ritroso nel tempo. Difficile dimenticare un paio di reti da cineteca, quelle realizzate palla al piede. Il flashback porta al leggendario gol di Preben Elkjaer, la rete realizzata senza scarpa nell’anno dello scudetto al Bentegodi con la Juventus. Indimenticabile. Ancora più a ritroso nel tempo. I due spettacolari pallonetti con cui Nanu Galderisi zittì i centomila del Maracana di Belgrado nel ritorno con la Stella Rossa in Uefa, serbi già raffredati dalla saetta di Gigi Sacchetti. C’è poi la grande cavalcata di Pierino Fanna al San Paolo di Napoli in quel Verona dei miracoli, era stato promosso l’anno prima, che terminò il campionato al quarto posto. Fanna salta tre difensori partenopei prima di siglare la sua spettacolare doppietta, avendo segnato anche la precedente rete gialloblù. Gol straordinari, chiaramente diversi da quello di Ngonge, seppur altrettanto belli. Ma per chi ha i capelli ormai bianchi, per chi ha la pazienza di andare a pescare dai vecchi filmati ormai introvabili non può che pensare ad una delle reti più belle della storia gialloblù. Serie A stagione 1977-78 giornata uggiosa al Marassi di Genoa, liguri avanti e ripresi su rigore dal capitano gialloblù Ciccio Mascetti. Poi “Flipper” Damiani riporta avanti il Grifo. Nella ripresa la perla di Mascetti. Defilato sulla sinistra salta in bello stile un paio di avversari e poi disegna una parabola che venne poi ribatezzata alla Del Piero, per superare il portiere rossoblù Girardi. Venne votato gol del mese dalla Domenica Sportiva e a fine stagione vinse il premio di gol dell’anno. E allora diciamo che Ngonge è certaamente, in buona compagnia.
Mauro Baroncini