Nigrizia: contro ogni atto di razzismo In campo anche il Codacons: “Le prossime partite a Verona solo a porte chiuse”

”In questi giorni, in Italia, riaffiorano con forza parole e gesti di razzismo e odio. Accade sulle strade, sui campi di calcio, sui social e sulle carrozze dei treni. I bersagli di chi vuole escludere sono gli africani e coloro che vengono etichettati come stranieri”. E’ preoccupato padre Filippo Ivardi Ganapini, direttore di Nigrizia, intervendo all’indomani del caso Balotelli. “Nigrizia”, dice, “che per fedeltà alla sua missione è schierata da sempre con i più deboli, ribadisce il suo “no” a una società che cataloga i cittadini secondo il colore della pelle, la religione, l’appartenenza etnica, la cultura. Siamo impegnati, insieme a tantissimi altri compagni di strada, a promuovere la convivialità delle differenze per costruire una società radicalmente altra, fraterna e giusta. In Italia e in ogni angolo del mondo. Siamo vicini alla senatrice Liliana Segre, al giornalista Nello Scavo, ai fratelli e sorelle di origine africana che si sentono insultati nella dignità. E chiamiamo ogni singola persona a battersi per un mondo che non perda mai di vista l’umanità. Chiediamo a tutti coloro che condividono il nostro percorso di denunciare senza paura ogni atto di razzismo. Aiutiamoci reciprocamente ad affermare, con il nostro stile di vita, quel sogno di fratellanza universale che ci accomuna e ci sprona”. Sulla vicenda scende in campo anche i consumatori. “Serve una punizione esemplare nei confronti del tifo violento e razzista, e la decisione di chiudere un settore dello stadio ‘Bentegodi’ di Verona per una sola giornata è un provvedimento ridicolo che rischia di lanciare il messaggio che le autorità sportive sono complici del tifo razzista. Lo afferma il Codacons, dopo “il vergognoso episodio dei cori razzisti” verso l’attaccante del Brescia Mario Balotelli. Contro il razzismo nel mondo del calcio servono interventi seri e non di facciata – attacca il Codacons – Le prossime partite di campionato in programma allo stadio di Verona devono essere giocate a porte chiuse, almeno fino a fine anno, come punizione verso i tifosi violenti e perché simili episodi non si ripetano più. Serve inoltre che le istituzioni locali e quelle sportive prendano nettamente le distanze da quanto avvenuto perché finora quanto è stato detto e fatto non appare sufficiente”.