Nuovo Bentegodi, in 1.200 firmano contro Il PD attacca “le 4 retromarce” della maggioranza. In attesa del voto sulla pubblica utilità

Sono salite a 1.200 le firme della petizione contro il progetto del nuovo stadio e verranno depositate il giorno in cui il consiglio comunale voterà la cosiddetta pubblica utilità. Decolla la petizione contro il progetto di ricostruire lo stadio al posto dell’attuale Bentogodi, promossa lo scorso maggio dal Terzo Circolo Pd Enzo Biagi. “Anche grazie all’aiuto dei consiglieri tosiani, che hanno adottato lo stesso modulo”, dicono Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallan Per il gruppo consiliare comunale Pd e Sergio Carollo, Riccardo Olivieri, Cristina Agnoli, Matteo Dalai, Anna Maria Lugoboni per il gruppo Pd della Terza Circoscrizione,“ siamo ora giunti a 1.200 sottoscrizioni, ma mancano ancora da raccogliere tutti i moduli distribuiti presso i negozi del quartiere che si sentono particolarmente minacciati da questo progetto, dunque la cifra è destinata a salire ulteriormente. Le firme verranno protocollate in Comune”, dicono, “e presentate al Consiglio comunale nel giorno in cui la giunta porterà in aula la dichiarazione di pubblica utilità. Se e quando ciò avverrà, s’intende: con lo slittamento del termine ultimo per la votazione della pubblica utilità, passato dall’8 agosto ad una data indefinita del mese di settembre, è già la quarta o quinta retromarcia a cui assistiamo”. La prima è stata data dall’assemblea pubblica che il Sindaco aveva promesso di tenere “non oltre il mese di giugno”. Mai convocata. La seconda retromarcia del Sindaco la troviamo sul ruolo del Credito Sportivo che dovrebbe fare da garante o da consulente dell’operazione. La condizione era stata posta dalla Lega, il Sindaco l’aveva prima respinta e poi abbracciata. La terza retromarcia è quella dell’assessore Rando, che con il passaggio da Verona Domani alla Lega da critico è diventato favorevole al progetto. Una quarta retromarcia è data dalla confusione imperante in casa della Lega, dove c’è un’anima popolar-populista che vorrebbe tener conto del malumore della gente, e un’altra anima più istituzionale-politicante che vuole restare fedele al Sindaco con dei piccoli distinguo. Come Zavarise. In tutto questo balletto, concludono, “non c’è nessuno, eccezion fatta per le opposizioni, che tenga in seria considerazione le criticità che il progetto pone al quartiere.