Ora la pietra della Lessinia ha il suo marchio di qualità É stata consegnata la prima certificazione ad un ente pubblico

Puntare sulla qualità del prodotto e sui protocolli di estrazione e trasformazione per garantire l’utente finale. Questo l’obiettivo che il Consorzio Pietra della Lessinia ha messo in campo presentando, in occasione della 159^ Fiera Agricola di sant’Anna d’Alfaedo, di fronte ad autorità e giornalisti, la nuova certificazione di trasformazione controllata della pietra. Un segnale di legame forte con il territorio, culla estrattiva e di storico utilizzo di questo pregiato materiale, ma anche una grande spinta nei confronti di un mercato che, dopo la crisi, è ripartito e che vuole guardare al futuro con ottimismo. Il Consorzio Tutela Pietra della Lessinia annovera ad oggi 23 aziende comprese tra l’area dell’alta Valpolicella/Prun, tra i comuni di Marano e Negrar, l’area del Comune di sant’Anna d’Alfaedo e il Polo di Gorgusello nel comune di Fumane rappresenta uno dei punti di forza dell’economia di questo splendido territorio. “La nostra Pietra è legata alla storia del nostro territorio – afferma Tiziano Lavarini, Presidente del Consorzio – e con la nascita del Certificato di Trasformazione Controllata intendiamo dare dignità e certezza ad un percorso di estrazione e trasformazione di un prodotto che risulta garantito in ogni sua fase.” Il consorzio ha infatti dato vita ad una commissione che, attraverso l’analisi dei 7 metri di strato utile estraibile, sia in grado di classificare le pietre tra classiche, superiori e falde non classificabili.
Le prime sono geologicamente stratificate in cava dalla parte più alta e risultano adatte ad ogni tipo di lavorazione, sia per interni che per esterni; le pietre superiori sono stratificate nelle parti mediana e più profonda della cava e risultano estremamente versatili: “seciaron” e “corso ultimo”, per una colorazione bianca “lastra de lara”, “meseta”, “lastina”, “lasta da scorso”, “biancon”, “bianconsel” per una colorazione rosata e rosa più carico. Le falde non classificabili invece compongono quegli strati che per conformazione fisica non risultano idonei alla trasformazione ma utilizzabili per la realizzazione di muraglioni a secco: “lova rossa” e “marseto”.
“E’ stato un progetto ambizioso – afferma Sandro Peretti, vicepresidente del consorzio e ideatore del progetto –.
A ritirare il marchio il sindaco Raffaello Campostrini che non senza emozione ha ricevuto la certificazione.