Pancreas? Chiedete a Giampaolo Perri Intervista al chirurgo e dottorando dell’Università di Verona vincitore dello “Youppie award”

Un chirurgo e dottorando dell’Università di Verona ha conquistato il premio “Young pancreatologist platform in Europe” (Youppie award). Grazie a tale riconoscimento, Giampaolo Perri, 32 anni, è stato identificato come giovane eccellenza europea del 2021 nella ricerca sul pancreas.
A stabilirlo è l’European pancreatic club (EPC), il maggior ente in Europa nell’ambito della pancreatologia. Il dottor Perri pronuncerà il suo discorso per la ricezione del premio durante l’incontro annuale dell’area “giovani” dell’EPC, la Youppie, appunto. Quest’anno l’evento si terrà venerdì 11 giugno e inizierà alle 17.30.
Il dottor Perri è stato autore di più di 20 ricerche apparse in riviste peer-reviewed. Ha dato il suo contributo anche ad articoli di autorevoli riviste scientifiche come JAMA Surgery, Annals of Surgery e Annals of Surgical Oncology. Per di più, è stato insignito di svariati premi a livello nazionale e internazionale.
Attualmente il dottor Perri è un dottorando presso l’Università di Verona. Il suo progetto si intitola “Infiammazione, immunità e cancro”.
Salve, dottor Perri. Ci parli un po’ dello Youppie award. Qual è il suo scopo?
“Semplicemente è un modo di promuovere, diciamo, la ricerca a carico di giovani ricercatori appunto sul pancreas, dando ogni anno questo premio che è un attestato di merito per le ricerche che il giovane ricercatore ha svolto. Ovviamente aiuta perché comunque conferisce visibilità alle ricerche del vincitore”.
È stato premiato un suo progetto specifico o tutto il lavoro di ricerca?
“No, vengono valutati il percorso di studi, di ricerca, le pubblicazioni scientifiche degli ultimi anni e l’età”.
Lei sta svolgendo un dottorato di ricerca all’Università di Verona. Puoi spiegare a grandi linee il progetto?
“Il dottorato ha quel filone di ricerca di cui il titolo, quindi, ‘immunità, infiammazione e cancro’. Svolgendolo nel reparto di chirurgia del pancreas, io ovviamente mi occupo di aspetti di ricerca più clinica in quell’ambito. Fondamentalmente, ricerca clinica cosa significa? Significa fare studi che vedono come sono stati i risultati della nostra chirurgia sui pazienti che abbiamo avuto. Si cerca, allora, come dire, di migliorare l’impatto clinico delle nostre azioni, appunto nella chirurgia, nel modo in cui trattiamo i pazienti”.
Lei è un medico specializzato in chirurgia pancreatica. Cosa le ha fatto scegliere questo ramo?
“Fondamentalmente io sono specializzato in chirurgia generale. Questa specializzazione l’ho conseguita in chirurgia pancreatica del professor Claudio Bassi a Verona. Non è che mi ci ha spinto all’inizio un amore particolare per il pancreas. Più che altro, è stato il fatto che fosse come fama considerata una delle migliori scuole che c’erano in Italia. Poi, una volta qui, ovviamente conoscendo meglio questa chirurgia, che appunto, assieme ai trapianti di fegato, è la più complessa e, secondo me, la più bella tra la chirurgia generale, mi sono sempre di più appassionato. Ed è diventato il mio ambito negli anni, ecco. Quindi, direi che ho scoperto la chirurgia del pancreas grazie al reparto della chirurgia del pancreas e non viceversa”.
Quali sono i suoi obbiettivi futuri nell’ambito della ricerca?
“I miei obbiettivi futuri sarebbero riuscire a portare avanti dei trial clinici. Questo perché, appunto, i trial clinici sono, come dire, il livello più alto che abbiamo, in generale, nella ricerca scientifica. Sono quelli con il più alto grado d’evidenza perché sono i più rigorosi. Quindi, grazie a questo, si cercherebbe di dare delle risposte ad alcuni problemi che abbiamo che riguardano la chirurgia pancreatica, ecco.
Giorgia Silvestri