“Perchè ho deciso di rilanciare la sfida” Sara Moretto tra passato e presente: “Quale dev’essere il futuro di questo Comune”

Sindaco Moretto, Buttapietra si sta ampliando, da ultimo il progetto del polo scolastico…
Sì, è stato previsto un ampliamento del polo scolastico nella parte est del polo, verso il mulino c’è un appezzamento del Comune dove ad oggi è adibito a parcheggio. In realtà su quel pezzo di terreno c’è un progetto che abbiamo abbiamo deliberato in giunta: ci sarà tutta un nuovo spazio, sia al chiuso che all’aperto e abbiamo previsto questo allargamento per il fatto che ci sarà uno sviluppo residenziale di Buttapietra. Quindi un aumento demografico e di conseguenza l’esigenza di investire su nuovi servizi.
A livello culturale, invece, qual è la sfida di Buttapietra?
Sicuramente ci saranno da riqualificare dei nuovi spazi, per esempio le attuali Renato Simoni le ex scuole elementari e scuole medie che sono state lasciate a loro stesse dopo il dopo l’accorpamento. Quindi il riqualificare nuovi spazi può essere essere motivo di socializzazione giovanile.
Sindaco, secondo lei Buttapietra si deve avvicinare al modello Verona? Di aspirare a diventare una costola della città ?
No io ritengo che Buttapietra non debba essere fagocitata a Verona; è comune pensare che le periferie siano un po’ lasciate andare, che abbiamo difficoltà ad essere coinvolte nei vari progetti e quindi non si vuole che Buttapietra diventi l’ultima zona di Verona, è un comune tra l’altro di media dimensione – oltre 7 mila abitanti, ndr – e più che essere assolutamente inglobata a Verona punterei su fare rete con i comuni del circondario come si sta già verificando in progetti che sono comuni con Castel D’Azzano e San Giovanni Lupatoto.
Quali le motivazioni che hanno fatto dire, si mi ricandido?
Ho fatto delle scelte anche a livello personale familiare, diciamo così, lasciare i miei bambini, la mia famiglia un po lontano da me, onde evitare di coinvolgere loro e ho cercato un modo che mi permettesse di tutelare loro ed essere presente perché in quel momento bisognava essere presenti. Ho proprio sentito un senso di dovere, molto forte, di esserci. Un’esperienza unica nel suo genere perché nella storia non è mai successa una cosa del genere. E sì mi ha rafforzato molto. Quando ho avuto il COVID sono stati dieci/dodici giorni in cui ho fatto dei ragionamenti ed è stato lì che ho capito che devo andare avanti perché voglio portare a termine progetti che ho iniziato e che ora si sono ripresi e che abbiamo potuto iniziare o comunque mettere i semi.
E a chi la critica, cosa risponde?
Che la critica rafforza. Che sono minuta ma razionale e molto resistente. La critica, va da se, che fa male in certi contesti perché ripeto è stato un momento di prova molto importante anche a livello personale. Però certe critiche non mi toccano più di tanto e questo mi fa essere ancora più obiettiva e determinata in quello che devo raggiungere.