Perchè va condivisa la “filosofia Setti” Come si fa a discutere la linea della società, che da almeno 4, 5 anni non sbaglia colpi?

Cara Cronaca,
ho deciso di scriverti per esprimere il mio pensiero su quello che sta accadendo al Verona. Io non sono contro Setti, a prescindere, sia chiaro. Sono un tifoso che ne ha viste tante e che da qualche anno è felice per quello che la squadra sta facendo. Però, finisce il campionato e…Tudor va via, D’Amico lo ha giàfatto, Barak, Casale e lo stesso Simeone potrebbero andarsene…Insomma, sono un po’perplesso. Mi domando (e non credo di essere l’unico tifoso a farlo): non è possibile cercare di salire uno allavolta qualche altro gradino? Se ogni anno cediamo i migliori, ogni volta dobbiamo ricominciare daccapo col rischio (nel calcio basta un niente…) di sbagliare qualcosa e di ritrovarsi improvvisamente a soffrire… Che ne pensate?
Federico, Verona

Caro Federico,
osservazioni sacrosante, che, probabilmente, la stragrande maggioranza di tifosi oggi condivide. Il che, però, non va inteso come una censura all’operato del presidente Setti. Oggi,diciamolo,i tempi del “Setti buffone”, adesivi di cui fu tappezzata la città, sono un ricordo lontano. Oggi, ilpresidente Setti è saldamente in sella e guida una società sana economicamente, ambita da tanti, tra allenatori e giocatori, in virtù del rendimento degli ultimi anni. Non è un caso, ad esempio, che un tecnico emergente come Cioffi, abbia lasciato Udine, per scegliere Verona.
No, non si può discutere oggi, l’operato di Setti. Magari non è il presidente passionale che tanti vorrebbero vedere, ma che importanza ha? Setti, da almeno 4,5 anni, non sbaglia un colpo. Da Juric in poi, assieme a D’Amico, ha azzeccato tecnici e giocatori, valorizzato giovani, costruito un “tesoretto” economico sul quale campare per un bel po’ di tempo. L’unico errore, diciamolo, quello di Di Francesco,è stato corretto in tempi rapidissimi.
L’Europa? L’Europa dev’essere, se mai ci torneremo, una ciliegina sulla torta.Ma senza impazzire, se ci vanno gli altri. Lo pensiamo e lo diciamo da tempo: l’Europa può essere un rischio, addirittura. Meglio tenersi stretto questo giocattolo che tutta Italia ci invidia. Bel calcio, gol, serenità, applausi. Scusate, serve altro?