Perchè va detto “grazie sindaco” – il diario di Raffaele Tomelleri

Caro Sindaco,
ho pensato di dedicarle questo pensiero, in uno dei momenti più difficili della storia di Verona. Un momento destinato, comunque sia, a segnare una svolta, come forse mai era accaduto dal dopoguerra a oggi. Dopo, è stato detto tante volte e forse è vero, non sarà più come prima. Allora, m’è parso giusto pensare anche a lei, al suo ruolo, alle sue responsabilità, alla sua carica. Forse, anche, a quel po’ di solitudine, che questa carica porta con sè. Sì, perchè se è vero che intorno a lei c’è una squadra altrettanto impegnata, è altrettanto vero che la gente guarda lei, soprattutto. Aspetta lei. Chiede di lei. E’ lei in prima fila, quando c’è il sole e quando piove.
Volevo dirle semplicemente GRAZIE, per come lei sta vivendo questi giorni drammatici. Grazie a nome della città che rappresenta. Grazie per il coraggio, la determinazione, la presenza continua e costante. Se è vero che “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare”, lei lo ha fatto come meglio non avrebbe potuto. E’ giusto dirglielo, com’è stato giusto, qualche volta (in passato) rivolgerle qualche “appunto di viaggio”. Fa parte del gioco. E, come anche lei certo si augura, tornerà il tempo in cui si riaccenderà il dibattito politico.
In cui, se Dio vuole, non ci sarà più da pensare alla terapia intensiva, ma al filobus, al traforo o all’Arsenale. Ci sembreranno, le sembreranno, problemini, rispetto a questi. Torneranno quei tempi, lo speriamo tutti, perché vorrà dire che Verona (e non solo) sarà uscita dall’emergenza. Ma oggi, va così. Oggi è giusto dirle che rappresenta la sua città come meglio non potrebbe fare. Oh, sia chiaro, non ha bisogno di queste parole per sentirsi in pace con la sua coscienza. Per quello che vale, ci tenevamo a farglielo sapere.
Cordialmente, Raffaele Tomelleri