“Piacere, sono Baggio”, prima volta in A Il fuoriclasse vicentino debuttò con la maglia della Fiorentina, una delle sue squadre

Roberto Baggio: Roby, Raffaello, Divin Codino, Coniglio Bagnato. Sono molti i soprannomi che definiscono uno dei più grandi giocatori della storia del calcio italiano e mondiale. Il nomignolo “Raffaello” rimanda all’eleganza del suo stile, mentre quello riferito al celebre codino è dovuto proprio all’acconciatura che lo caratterizzava negli anni del gioco.
Non c’è appassionato di calcio che non abbia sentito parlare di Roby Baggio. Ma davanti a un percorso di crescita personale e professionale del genere, spesso è facile dimenticare quali siano i stati i primi passi dell’iter, le fondamenta sulle quali è stata costruita una vita intera. Oggi è proprio questo che ricordiamo: l’inizio della carriera di Baggio, il suo debutto.

Il 21 settembre 1986, esattamente 34 anni fa, Roberto ha esordito in serie A, con la maglia della Fiorentina, una squadra prima antagonista che poi lo ha accolto, contro la Sampdoria. Dopo la divisa viola, ha indossato quella di Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia e lì, in serie A, Baggio ha segnato 205 goal.
Un grande campione, ma anche un grande uomo: ambasciatore FAO, è sempre dedito a iniziative benefiche. Il 9 novembre 2010 Roby ha ricevuto il Peace Summit Award, assegnato ogni anno a una figura meritevole – impegnata verso i più bisognosi – da una giuria composta da premi Nobel per la Pace.
A lui sono state dedicate poesie, canzoni (come dimenticare la menzione in Marmellata#25 di Cremonini? “Oh, da quando Baggio non gioca più..”), satire e opere teatrali.
Quindi un calciatore immenso, un uomo impegnato nel sociale e un personaggio pubblico, protagonista dell’immaginario collettivo, che ha regalato ai suoi fan – negli anni della sua carriera sportiva – alcune citazioni da pelle d’oca, che lasciano intravedere lo sforzo che gli è stato necessario per raggiungere risultati insperati. Scopriamo insieme le più famose.
La più celebre è sicuramente “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”, pensando soprattutto al rigore fallito in Italia-Brasile, finale mondiale del ’94.
Sulla stessa linea d’onda si colloca anche “Credo che nella vita le persone debbano dare tutto quello che hanno. Poi, non c’è scritto da nessuna parte che bisogna sempre fare risultato”: impegnarsi al massimo è una grande soddisfazione, a prescindere da quanto si riesce a ottenere.
Una delle preferite dei fan è “Se devo affogare, meglio farlo nel mare che in una pozzanghera”, che mette in luce tutta la forza d’animo di Roby, insieme alla sua audacia, tratto distintivo del campione (in campo e nella vita). Infortunio dopo infortunio, Roberto si è sempre rialzato, con il coraggio un po’ folle che lo contraddistingue ancora oggi.
Insomma, Baggio lo abbiamo guardato in televisione, abbiamo letto di lui sui giornali, lo abbiamo ammirato, invidiato, sognato. Ma ciò che più è importante fare, è imparare da lui: apprendere come avere fiducia in sé stessi per realizzare i propri sogni, come fare un passo indietro quando serve, come mettere gli altri al primo posto. Baggio sì, è un grande giocatore, ma prima di quello, è un grande modello.

Elettra Solignani