Pmi, modello nuovo di fare impresa Della Bella: un anno positivo, ma siamo preoccupati per gli approvvigionamenti

«Mai come ora, la piccola e media impresa sente la responsabilità di supportare l’economia italiana. Nella fase cruciale che stiamo affrontando e con la velocità che il mercato globale oggi impone, le PMI hanno contribuito a far crescere e a sostenere il PIL e l’occupazione, mentre la grande industria sta palesando evidenti segni di difficoltà».
È una stagione nuova quella che le Piccole e Medie Imprese stanno vivendo, per la capacità dimostrata di “fare impresa” in maniera differente rispetto al passato, mantenendo il radicamento nel territorio. A partire da queste premesse Renato Della Bella, presidente di Apindustria Confimi Verona, nella tradizione conferenza stampa di fine anno ha tracciato un bilancio delle attività dell’Associazione. Con Della Bella in collegamento da remoto, hanno partecipato in presenza Michele Ghibellini, presidente del Gruppo Giovani di Apindustria Confimi Verona; Luca Mirandola, presidente del settore Multiservizi e componente di Giunta; Lorenzo Bossi, direttore di Apindustria Confimi Verona.
«Il 2021 è stato tutto sommato un anno positivo – ha riassunto Della Bella –, tuttavia la carenza di molti materiali e l’innalzamento dei costi delle materie prime rappresentano segnali evidenti di un malfunzionamento, per quanto riguarda gli approvvigionamenti, che desta preoccupazioni». Dal punto di vista occupazionale, negli ultimi dodici mesi, il ricorso agli ammortizzatori sociali Covid-19 Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), Fondo Integrazione Salariale (FIS), Cassa Integrazione in Deroga (CIGD), Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA) e CIGO ordinaria ha riguardato 160 delle quasi 800 aziende che l’Associazione delle piccole e medie imprese riunisce nel Veronese; lo scorso anno erano 320 (per CIGO, FIS, CIGD, FSBA), dato che conferma il 2020 come irripetibile. Di queste 160: 120 riguardano il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno (ammortizzatori Covid-19); 40 il periodo dal 1° luglio al 31 dicembre (ammortizzatori Covid-1 soltanto per settori specifici – tessile, abbigliamento, moda – e ammortizzatori ordinari per le altre realtà manifatturiere).
Il 2021 ha visto il dimezzamento delle domande di ammortizzatori sociali rispetto all’anno precedente con il 30% di aziende meccaniche, 24% di aziende lapidee, 22% di aziende tessili, 5% di aziende del settore commercio e in misura minore gli altri settori. In generale, non si sono registrate significative riduzioni della forza lavoro, se non in casi singoli: le aziende non rinunciano al personale e confermano invece la ricerca di lavoratori qualificati. Cronica è ormai la carenza di figure specializzate da inserire nelle imprese, che si somma al preoccupante calo demografico, effetto della denatalità, che avrà pesanti ripercussioni sulla società e di riflesso sull’industria. «Come Associazione abbiamo sempre voluto mantenere un dialogo aperto con il mondo della formazione professionale e tecnica, spalancando le porte delle nostre aziende a docenti, genitori e studenti perché possano conoscere da vicino come lavoriamo», ha spiegato. «Gli investimenti nelle tecnologie richiedono investimenti, altrettanto coraggiosi, sulle persone. Proponiamo quindi un tavolo di confronto con le istituzioni e le organizzazioni sindacali in cui portare il nostro contributo, per essere anche qui interlocutori attivi e propositivi.
In attesa del PNRR per Apindustria Confimi le aziende dovranno essere messe nelle condizioni di poter partecipare ai bandi e di avere accesso al credito.