PNRR, un’opportunità da sfruttare Il Piano nazionale di ripresa può contribuire a ridurre il debito pubblico e il deficit

Le misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) avranno dei significativi effetti positivi in termini di crescita economica e potranno far rientrare il deficit e il debito italiani a livelli sostenibili. Questa la posizione espressa da Guido Carlino, il presidente della Corte dei conti, durante un convegno degli studi amministrativi nei giorni scorsi.
“L’aumento delle persone sotto la soglia di povertà assoluta e del numero di giovani non impegnati negli studi, nel lavoro e nella formazione, il debito pubblico al 160% del Pil e un territorio vulnerabile ai cambiamenti climatici” sono fattori che non lasciano “spazio a ripensamenti sul dover fare il necessario per favorire il tasso di crescita strutturale dell’economia, per liberare risorse e per superare l’emergenza pandemica”. Ed, appunto, il Pnrr rappresenta un’opportunità fondamentale in questa prospettiva.
E per la prima volta l’assegnazione dei fondi previsti dal Next Generation Eu potrà invertire la storica posizione di contributore netto detenuta dall’Italia nei confronti del bilancio comunitario. E solo questo, secondo la Corte, sarebbe sufficiente a “segnalare la necessità di un radicale miglioramento nella gestione della spesa a valere sulle risorse di provenienza europea”.
Per fare ciò, però, dovranno essere superate le consuete difficoltà da sempre riscontrate in Italia nell’utilizzo dei fondi: la scarsa capacità del loro impego integrale, gli scostamenti tra risultati e obiettivi, la scarsa efficienza delle strutture organizzative ed i ritardi nell’erogazione dei contributi o nell’esecuzione dei programmi.
In questa cornice, i controlli della Corte saranno fondamentali non solo per “frenare i casi di mala gestione, affinandola, e per favorire il migliore uso dei fondi derivanti dal Recovery” ma anche per contribuire “efficacemente alla lotta alla corruzione”.
Soprattutto nell’attuale crisi pandemica ed economica “va sempre garantito il principio di legalità finanziaria e preservato, con opportuni bilanciamenti tra i principi costituzionali, il percorso di convergenza verso gli obiettivi di risanamento dei conti imposti dalla normativa attuativa dei precetti costituzionali dell’equilibrio finanziario e della sostenibilità della finanza pubblica allargata”.
Tali monitoraggi contabili non dovranno però essere limitati o sospesi, altrimenti “mettono a rischio la stabilità finanziaria nel territorio, come emerge dai controlli delle Sezioni regionali della Corte dei conti, ma potrebbero risultare anche non compatibili con l’ordinamento europeo. Sia sotto il versante della salvaguardia degli equilibri di bilancio, sia sotto quello della tutela dei creditori dell’amministrazione, sia, infine, sul piano dell’efficienza del controllo demandato alla Corte dei conti”.
Anzi la vigilanza deve essere effettuata anche “in corso di esercizio e nelle fasi di attuazione e di esecuzione dei progetti”, rispondendo all’esigenza sopraccennata di affiancare “la verifica della corrispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi prestabiliti all’accertamento dei profili di legittimità e di regolarità delle gestioni”.
*presidente Solori