Porta Vescovo non può più attendere. Le proposte di Salemi (PD) e Venturi (leader dei Cocai) Serve un progetto di riqualificazione. Comune e Regione collaborino con Ferrovie

“La situazione di Porta Vescovo è sotto gli occhi di tutti. D’obbligo che il Comune abbia fatto le dovute segnalazioni alla questura e d’obbligo anche la pulizia quotidiana da parte di Amia. Ma è chiaro che questo non basta. Lo ripetiamo da anni: a Porta Vescovo serve un progetto di riqualificazione complessiva che faccia tornare vive e decorose la stazione e l’intera area. E di questo la responsabilità spetta a Comune e Regione che devono collaborare con le Ferrovie dello Stato per valorizzare la seconda stazione della città”. Così la consigliera regionale del PD Orietta Salemi interviene a seguito dell’ennesimo episodio di degrado avvenuto nella stazione di Porta Vescovo. Sull’area Salemi aveva già presentato delle interrogazioni in Regione chiedendo un progetto strategico di sviluppo e riqualificazione.
“Il tema della Stazione di Porta Vescovo è uno dei contenuti principali della nostra Città, e noi di Generazione Verona lo diciamo dal giorno in cui la nostra stessa associazione si è costituita circa due anni fa” afferma Fabio Venturi leader dei Cocai.
“Abbiamo parlato in questi anni di Stazione di Verona Università, e pensiamo che questo spazio debba essere riqualificato a spese di Ferrovie, con la quale è necessario trovare un accordo perché questo luogo torni ad essere uno scalo e non più solo ed esclusivamente mera zona di passaggio. Nell’opera- di recupero -dice- vanno inseriti anche il piazzale antistante, il viale che conduce a Porta Vescovo e deve essere l’occasione per inserire servizi irrinunciabili quali Bike sharing, parcheggi, autobus, insomma tutto quanto necessario a rendere Porta Vescovo una vera stazione!. Noi di Generazione Verona crediamo sia importante creare subito un tavolo di lavoro, che coinvolga vari attori: oltre al Comune di Verona anche Ferrovie dello Stato, la Regione Veneto perchè molti treni regionali dovranno partire e arrivare qui, e l’Università di Verona, eccellenza del territorio che potrebbe essere servita meglio”.