Progetto Rebus, le Acli in prima linea L’associazione è impegnata da anni nel territorio veronese per contrastare il fenomeno

Si celebra oggi 29 settembre la prima Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari voluta dalla FAO e dalle Nazioni Unite.
Si tratta di una ulteriore importante giornata che si aggiunge a quella del 5 febbraio (giornata per la prevenzione degli sprechi alimentari) istituita allo scopo di sensibilizzare sullo spreco di cibo, fenomeno ancora troppo presente nella società e che assume connotati ancora più insensati e moralmente insostenibili se messo in connessione con il tema della povertà e degli impatti ambientali All’anno vengono infatti sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (di cui l’80% ancora consumabile) a fronte di 820 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di denutrizione. E se questo non bastasse, è da ricordare che con il cibo non consumato si sprecano anche le risorse naturali utilizzate per produrlo, pari a c.a. 250 km3 di acqua e 1,4 miliardi di ettari di superficie agricola, e si immettono in atmosfera 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti (lo spreco di cibo è la terza fonte di inquinamento al mondo).
In tutto questo l’Italia fa la sua parte: da un’indagine del Politecnico di Milano risulta come si sprechino 5,5/6 milioni di tonnellate all’anno, ovvero il 17% dei consumi alimentari, per una quota pro-capite di 94kg/anno.
Le ACLI di Verona, con il Progetto R.E.B.U.S., da anni sono impegnate nel territorio veronese per contrastare questo fenomeno e promuovere un modello di economia circolare che incentivi il recupero delle eccedenze da destinare agli enti caritativi per l’assistenza delle persone in stato di bisogno: sono oltre 1,5 milioni i chili di cibo recuperati da panifici, supermercati, mercato ortofrutticolo, aziende del settore agro-alimentare, mense scolastiche, ristorazione organizzata, produttori agricoli, gastronomie. Secondo Italo Sandrini, Presidente Provinciale delle ACLI, “I dati sullo spreco evidenziano chiaramente l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e come sia necessario un approccio integrato che agisca non solo sul piano sociale ma anche su quello economico e ambientale. La nostra Associazione promuove una collaborazione vincente tra associazioni, aziende e istituzioni che, messe in rete dal progetto, sono coinvolte in un meccanismo virtuoso dove vincono tutti: le associazioni ricevono prodotti di prima qualità per l’assistenza alimentare, le aziende realizzano un’azione di responsabilità sociale con benefici fiscali (il progetto è inserito in tassa rifiuti e produce uno sgravio per il donatore), l’amministrazione comunale è promotrice di un sistema di gestione sostenibile dei rifiuti alimentari”.