Esclusiva. Quadro di Giulietta: parla Sgarbi Per il critico d’arte interpellato dalla Cronaca di Verona l’opera acquisita dai Musei Civici è effettivamente di Cosroe Dusi, pittore veneziano dell’800. Ma il valore pagato suscita perplessità. E intanto l’assessora Ugolini anticipa nuove regole per gli acquisti

Il quadro è di Cosroe Dusi, la valutazione di 81.600 euro lascia delle perplessità.
Parole di Vittorio Sgarbi, il celebre critico d’arte, non più sottosegretario alla Cultura per le note polemiche legate all’attività professionale svolta durante il mandato di sottosegretario ma comunque ritenuto uno dei punti di riferimento più qualificati quando si parla di arte.
E in assenza di una expertise indipendente, terza, sul quadro acquistato dai Musei civici di Verona per l’allestimento della Casa di Giulietta e che tante polemiche politiche sta generando, la Cronaca di Verona ha chiesto direttamente a Sgarbi un parere su quest’opera che dall’altro giorno è esposta nella sala da ballo: Giulietta e Romeo.
Ma su quest’opera, come abbiamo scritto ieri, si sono aperti dubbi e perplessità sia per l’iter seguito per l’acquisto sia per l’entità del prezzo pagato dal Comune sia per la mancanza di una stima ufficiale e di una altrettanto ufficiale attribuzione da terze parti, tanto che il caso è finito in Consiglio comunale il 22 febbraio scorso con una domanda di attualità della consigliera comunale Patrizia Bisinella (Fare!) e risposta dell’assessora alla Cultura Marta Ugolini che come vedremo ha fatto importanti anticipazioni in aula.
Bene, ma cosa dice il critico d’arte Vittorio Sgarbi di fronte a quest’opera?
Interpellato dalla Cronaca di Verona, Sgarbi afferma: “Mi pare evidente che si tratti di Giulietta e Romeo. L’autore è Cosroe Dusi, pregevole pittore veneziano allievo dell’amico di Canova, Teodoro Matteini”.

Ugolini: “Nuove regole per gli acquisti”

Sgarbi prosegue con utili informazioni sull’autore: “Nel 2012 è’ stata proposta al Castello di Marostica una bella mostra monografica del pittore, Cosroe Dusi, 1808-1859. Diario artistico di un veneziano alla corte degli Zar”.
“Erano esposti – ricorda il critico d’arte – oltre 150 fra dipinti, disegni e litografie del pittore, provenienti da collezioni private, da chiese e da musei come l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il catalogo della mostra è l’opera più esauriente sulla vita e l’ opera di Cosroe Dusi”.
E fin qua tutto bene: l’opera è effettivamente attribuibile a Dus. Ma il valore di mercato? Il prezzo corrisposto dai Musei civici (cioè il Comune) al privato che l’ha venduta è congruo o no?
“Sul valore economico -risponde Sgarbi – credo che proprio il soggetto abbia determinato la richiesta che può motivare perplessità”.
Insomma, il quadro è autentico ma il valore di mercato lascia dubbi…
“Effettivamente…” conclude Sgarbi.
Che qualcosa nell’iter di acquisto dell’opera non sia andato per il verso giusto è un dubbio che serpeggia anche a Palazzo Barbieri nelle file della maggioranza oltre che nei banchi dell’opposizione.
Facciamo un passo indietro e torniamo al Consiglio comunale del 22 febbraio scorso, un giovedì sera. Nelle domande di attualità, Patrizia Bisinella presenta una domanda di attualità per l’assessore Ugolini: qual è stato l’iter che ha portato ad acquistare questa opera d’arte? Chi ha detto che è un capolavoro e ha attestato la paternità di Cosroe Dusi? Dov’è la perizia di autenticità e la valutazione di una stima di mercato che assicuri la congruità del prezzo pagato?
L’assessora ha risposto così: “L’acquisto è stato disposto a seguito di una due diligence condotta dalla direttrice dei musei civici Francesca Rossi. Tra i suoi compiti è compreso anche quello di incrementare per acquisizioni il patrimonio museale. La procedura ha rispettato il codice dei contratti con una procedura negoziata con la controparte che ha chiesto 90 mila euro poi scesi a 81mila600. Per quanto riguarda congruità e paternità l’opera è stata sottoposta a una verifica di esperti, è stato chiesto un parere a uno storico dell’arte e a una galleria d’arte che ha il polso del mercato”.
Una risposta un po’ generica, che non ha soddisfatto la consigliera di opposizione, ma l’attenzione va concentrata sulle ultime frasi dell’intervento dell’assessora Ugolini.
Laddove afferma: “Per il futuro, nel merito delle procedure, abbiamo verificato che nel Comune di Verona non era presente una disciplina interna che definisse le modalità di acquisto delle opere d’arte”.
Una prima ammissione che l’iter seguito quindi può essere abbastanza soggettivo. E allora? “E’ quindi stato dato indirizzo agli uffici comunali – ha proseguito Ugolini – per predisporre un regolamento che quando pronto andrà in Consiglio comunale per l’approvazione”.
Insomma, servono regole nuove per acquistare opere d’arte. Parola di assessora.
mbatt.