Quanto rumore fa questo silenzio! E’ assordante, anima un tempo sospeso. “Ma c’è dell’oro in questo tempo strano”

Un silenzio acuto, assordante, anima un tempo che appare sospeso. È un silenzio che disorienta consapevolezze che consideravamo granitiche. È un silenzio che ce ne costruisce di nuove, ponendoci sfide che non avremmo pensato di scorgere. È un silenzio che ci fa scoprire fragili, e in questa fragilità intimamente vicini, anche se fisicamente lontani. Di tanto in tanto un rumore ovattato, remoto. Chissà da dove proviene, ci domandiamo. Eppure la via è la stessa su cui ci si affacciava due settimane fa, guardando dalla finestra dell’ufficio, in un momento distratto di pausa, o mentre si osservava la vita che si compieva nelle strade, dal balcone di casa, assorti in pensieri superficiali.
Ora la città è sì la medesima di una settimana fa, eppure la trama che accompagna le nostre quotidianità è stata rivoluzionata dall’avvento di un male che pensavamo lontano e che non ci saremmo aspettati, e invece ci ha raggiunto.
È un male che colpisce con spietata imparzialità, perché è ugualmente “indifferente al benessere dei ricchi e alla miseria dei poveri”. È un male che ha un nome che ci attanaglia ogni istante, navigando su internet, ma non ha un volto. Prende forma e si ingigantisce nel nostro immaginario, a colpi di aumenti percentuali e di numeri che si fanno ogni giorno più alti, nella lettura dei bollettini della Protezione Civile, di cui non riusciamo a raccapezzarci.
Eppure si sa…“La felicità la puoi trovare anche nei momenti più bui. Devi solo ricordarti di accendere la luce”. Ecco comparire spontaneamente la magia di scoprirsi creativi nell’ideare iniziative per combattere la paura. E così subito ci siamo attivati con flashmob di torce, per illuminare l’Italia, ma non solo… Le note della musica che rappresenta l’“italianità” direttamente dalle finestre delle nostre case ci ha fatto guardare i nostri vicini di casa con occhi diversi, occhi complici, occhi colmi di speranza. Sono occhi che dicono “andrà tutto bene”. Un prodigioso modo di continuare a cogliere la bellezza, magari soffermandocisi di più, ci viene offerto dalla tecnologia, quella che sa essere anche amica. Quella che permette agli artisti di organizzare concerti in streaming e la stessa che ci permette di videochiamare i nostri cari e di ricontattare con un “Come stai?” chi non sentiamo da tempo.
E cosa sono tutte queste se non manifestazioni di coraggio, bellezza d’animo e strenua volontà di non arrendersi?
Cogliamo quest’occasione di arricchimento personale, mettiamola a frutto… perché è in grado di darci una lezione immensa su cui riflettere. Ora abbiamo tutto il tempo per pensare… ascoltare e ascoltarci… mettere in ordine pensieri e cose… maturare e cambiare… ricordandoci, quando tutto sarà finito, di dare valore alle cose che sono realmente importanti, come la socialità, il tempo trascorso con i cari, le passeggiate in un parco, giocare all’aria aperta, e di abbondare il superfluo che ci faceva perdere tempo in inutili e banali pomeriggi dedicati allo sterile consumismo.
È più che normale che noi avvertiamo paura, ma la paura deve essere convogliata in consapevolezza di come comportarci, ma soprattutto essere tramutata in energia.
“È portentoso quello che succede. E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano. Forse ci sono doni”. E noi possiamo scorgerli, se non ci arrendiamo alle brutture generate dall’egoismo, ma soprattutto se seguiamo le chiare indicazioni che ci vengono ricordate costantemente, nel rispetto di chi opera quotidianamente in trincea, per arginare questo nemico invisibile… Affinché da un male comune nasca un bene comune. Quale? Un sentire comune che anima i cuori di tutti. Ci si salva tutti assieme. Come? Restando a casa. RESTIAMO A CASA!.

Stefania Tessari