Riciclo rifiuti, Verona maglia nera Tacchella: il nodo strategico è rappresentato dall’aumento dei cassonetti intelligenti

Il Dossier presentato a Padova, nell’ambito del sesto Ecoforum di Legambiente restituisce un’immagine impietosa: nella classifica sul riciclo dei rifiuti, Verona è l’ultima città del Veneto ed è il capoluogo con la più elevata percentuale (45%) di scarti destinati allo smaltimento.
“Dalla raccolta differenziata agli asili nido siamo il fanalino di coda del Veneto”, commenta il leader di Prima Verona Michele Croce, “un altro pessimo risultato raggiunto dal nostro Sindaco, che conferma ancora una volta la mancanza di serie ed efficaci politiche ambientali”.
Per il consigliere comunale di Traguardi, Tommaso Ferrari, “è inutile esultare perché a Verona la tariffa Tari è tra le più basse d’Italia, se poi il servizio offerto ai cittadini risulta pessimo. Bisogna fare di più, oltre a promuovere propagandistiche campagne “plastic free”: occorre affrontare una volta per tutte e in modo serio il tema del riciclo dei rifiuti, partendo dall’impianto di Ca’ del Bue, utile per il ciclo integrato dei rifiuti in un’ottica di economia circolare, e anche mettendo in campo interventi di sensibilizzazione, controllo e sanzionamento in grado di incentivare la cittadinanza a differenziare di più e meglio’’. Per Ferrari la notizia conferma “l’ennesima bocciatura per la città, che pare raggiungere solo risultati negativi a acausa della lunga e totale assenza di politiche ambientali. Ci auguriamo che l’Amministrazione parta dando un segnale e applicando i principi minimi dell’ecologia e della sostenibilità ambientale nei propri eventi di punta, per esempio al mercatino di Natale, dove non sono stati previsti strumenti idonei per la raccolta differenziata’’.
Per il gruppo consiliare comunale Pd Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani “questa sui rifiuti conferita da Legambiente è l’ennesima maglia nera che la città è costretta ad indossare per effetto dell’immobilismo dell’amministrazione Sboarina’’. Il Pd ricorda nello specifico che “Amia ha impiegato quattro anni per revocare il project financing della precedente amministrazione Tosi, e arriva alla fine del mandato senza il piano necessario a rimediare alla strutturale carenza di impianti di trattamento.
Nel frattempo ha speso oltre 1 milioni di euro per arrivare ad una fusione Agsm-Aim che non sarà risolutiva’’.
Il Pd riconosce ocmunque che Amia nei quartieri ha finalmente avviato una sperimentazione di cassonetti con cip che è in grado di innalzare la quota di raccolta differenziata. E su questo ha puntato molto il presidente di Amia Bruno Tacchella che, in premessa, ricorda che è un problema antico ereditato dalle precedenti amministrazioni.
Ma il vero nodo strategico che consentirà a Verona di fare il salto di qualità in tema di raccolta differenziata sarà sicuramente l’estensione del progetto dei cassonetti ad accesso controllato a tutta la città di Verona. Un progetto ambizioso ed innovativo partito nel 2020 solamente in alcuni quartieri, ma che ha già fatto scuola a livello nazionale, facendo di Verona un esempio virtuoso in tutta Italia – ha proseguito Tacchella – Un piano di investimenti complessivo di circa 13 milioni di euro, che in poco più di 1 anno ha dato risposte assolutamente positive ed incoraggianti, dopo anni di immobilismo ereditati da precedenti amministrazioni. Nei quartieri dove sono stati posizionati i cassonetti intelligenti (San Michele, Frugose, Madonna di Campagna, Borgo Trieste) la percentuale della raccolta differenziata è infatti salita dal 40% al 71,5%, superando così il target del 65% imposto dal Codice Unico Ambiente’’.