Sangue e Arena. Dopo l’infuocato consiglio di indirizzo Tommasi e Mazzi appuntamento a Roma E’ scontro totale in Fondazione con il sindaco-presidente Tommasi che in due interviste spara a zero contro il centrodestra. Resta aperto il dialogo con il sottosegretario Mazzi: Si lavora per un incontro a Roma a breve. Tosi: Damiano deve mediare

Mentre nell’Arena di pietra va in scena l’Aida che guarda al futuro, nel retrobottega dell’Arena Fondazione volano stracci e coltelli tra il gruppo del sindaco presidente Damiano Tommasi e il gruppo della sovrintendente Cecilia Gasdia forte della sponda governativa. A nulla sono valsi gli appelli del vescovo Domenico di appena un mese fa sul governo comune per il bene della città, sulla necessità di evitare prove muscolari, perché non si risolvono i problemi della città con l’uso della forza, serve una visione per amministrare e così via: dopo un mese non se li ricorda più nessuno. La postura dei vari gruppi, che siano portatori di interessi o gruppi politici, non è cambiata e ogni giorno arriva la conferma. L’ultima è stata nel Consiglio di indirizzo di venerdì sera, con l’ennesimo scontro, il sindaco presidente che abbandona la seduta, il Consiglio che prosegue senza di lui. E a rincarare la dose, sono arrivate due interviste molto delicate e importanti da parte del sindaco presidente. In una, sul Corriere di Verona, Tommasi adombra che in Fondazione Arena vi siano “interessi personali” alla base di certe decisioni e comportamenti conseguenti; in una intervista a Repubblica Tommasi dichiara che “la destra locale ha un modo di operare sprezzante: ti faccio vedere che decido io in barba a una leale collaborazione istituzionale”, che il Comune potrebbe revocare la concessione ad Arena Extra per i concerti non lirici, e che “il bene della città dovrebbe prevalere rispetto alla prepotenza della politica”. E conclude che “il potere spodestato reagisce con una simile arroganza”. Quindi: “Li porto tutti in tribunale”. Dopo la tempestosa riunione del Consiglio di indirizzo tuttavia pare che il sindaco voglia tenere aperto un canale di dialogo con il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi, tanto che Tommasi avrebbe avanzato una richiesta, da quanto risulta alla Cronaca di Verona, proprio a Mazzi per un incontro al Ministero e che nonostante il clima non sereno, si sta lavorando per organizzare a Roma un incontro che possa calmare le acque e andare oltre le carte bollate. Del resto è difficile pensare che si possa continuare a (non) governare l’ente lirico con una frattura verticale così profonda che ogni settimana riserva improvvise contorsioni foriere solo di ulteriori scontri.

Così si piccona un’istituzione mondiale

Da una parte il parere del direttore generale del ministero Parente che sostiene che Tommasi avrebbe dovuto interpellare il Cdi prima di fare causa al Tribunale delle imprese, dall’altra l’udienza fissata per il 19 luglio, la consulenza dell’avvocato Lambertini quando il sindaco avrebbe dovuto chiamare l’Avvocatura di Stato e avanti di questo passo il rischio è di rottamare a colpi di piccone una istituzione che è patrimonio mondiale, celebra il suo centenario quest’anno e sopravviverà anche dopo di noi, distribuisce ricchezza e lavoro, è un marchio internazionale di prestigio che non può essere ridotta a una partita a scacchi o a una partita di pallone o a una battaglia di risiko dove si piantano le bandierine. Dice Marco Padovani, deputato di Fratelli d’Italia: “Ancora una volta il sindaco Tommasi dimostra la sua fragilità e la sua inesperienza politica, ammessa per di più in una sua recente intervista uscita sulla stampa locale negli scorsi giorni. Ahimè – continua Padovani – tutto questo si trasforma in testardaggine sulla questione di Fondazione Arena”. E aggiunge: “Come è evidente, a lui non interessa del bene o del futuro della Fondazione, ma la questione assume solo ed esclusivamente una piega sul piano della rivincita personale. Reputo gravissime le sue accuse sugli interessi personali che si leggono nell’intervista. Se il sindaco ha elementi validi denunci, altrimenti stia zitto perché tutto questo polverone mediatico che ha creato serve solo a portare discredito alla città di Verona”. Tommasi da parte sua, dopo il burrascoso Consiglio di indirizzo aveva usato toni di fuoco: “Stigmatizzo il gravissimo gesto compiuto dai revisori dei conti che hanno dimostrato disprezzo nei confronti dell’organo sovrano di Fondazione, del suo presidente e anche nei confronti della città. Mi preoccupa”, aveva aggiunto, “la superficialità e l’arroganza con cui vengono affrontati problemi complessi come quelli che Fondazione quotidianamente deve gestire”. I revisori avevano contestato l’arrivo in Cdi dell’avvocato Lamberto Lambertini, invitato dal sindaco affinché spiegasse la posizione nei confronti del parere del ministero. E i revisori erano usciti dalla riunione. A quel punto il sindaco era andato via pensando così di porre fine al Consiglio, che invece, con il rientro dei revisori, è proseguito con i quattro consiglieri (Riello vicepresidente) rappresentanti di Camera di commercio, Regione, Ministero e Generali-Cattolica che hanno così potuto all’unanimità ratificare l’operato di Gasdia per Arena Extra, punto contestato da Tommasi-Lambertini. Ora Tommasi ha chiesto un incontro a Mazzi e in settimana si dovrebbe tenere a Roma, al ministero, una riunione per venire a capo di una situazione ingarbugliata, quasi esplosiva in piena stagione lirica.

Tommasi-Mazzi, incontro in vista

Tommasi può contare sul sostegno della sua maggioranza che ha preso posizione la componente Cugini-Bertucco vale a dire In Comune per Verona – Sinistra Civica Ecologista. “Continua l’arroganza in via Roma, il Consiglio di Indirizzo di Fondazione Arena porta avanti il medesimo copione: si scambiano i ruoli, ma non cambia la sostanza del risultato. Alla richiesta di dialogo del presidente della Fondazione, Damiano Tommasi, si risponde con la farsa. Revisori che entrano ed escono a seconda del cambio di scena richiesto da chi tira i fili seguendo sempre l’ennesimo canovaccio: non rispondere nella trasparenza e continuare a muoversi in clandestinità”. La nota dei sostenitori di Tommasi prosegue:”L’arroganza, lo spregio dei ruoli, in primis quello del presidente- sindaco (che rappresenta la città), hanno, per ora, sempre portato a casa il risultato: la sovrintendente di Fondazione Arena, Cecilia Gasdia, nonché presidente di Arena di Verona srl fa e disfa a suo piacimento, forte della sponda governativa. E, a tal proposito, verrebbe da chiedersi qual è il ruolo che gioca il sottosegretario Gianmarco Mazzi, che (leggiamo) vorrebbe essere anche ringraziato. Chissà, magari avrebbe potuto anche ricevere qualche parola di merito se, in quella prima ideata da lui (come comparso nei titoli coda) fosse stato interpellato durante la mondovisione, anche Tommasi, visto il ruolo di primo cittadino di un Comune proprietario del monumento che ospitava l’Aida nonché di presidente della Fondazione. Ma forse anche lì il copione era un altro ed era già scritto”. A questo punto che fare? Dall’ex sindaco Flavio Tosi arrivano alcuni suggerimenti per Tommasi, primo fra tutti di farsi promotore di un tavolo di confronto. “Preso atto della situazione di crescente conflittualità all’interno del CdI della Fondazione Arena, vorrei sottoporre al sindaco presidente Tommasi alcune riflessioni. Per esempio, dopo la denuncia al Tribunale delle Imprese su Arena Extra, quand’anche questo sentenziasse che la delibera per la gestione dell’extralirica doveva essere sottoposta al Comitato di Indirizzo, è immaginabile che tale organo non farà altro che confermare la scelta oggi in contestazione, probabilmente col solito voto a maggioranza 4 a 3, “sconfiggendo” per l’ennesima volta il primo cittadino”. Inoltre il Cdi ha già ratificato ex post l’operato della sovrintendente. Tosi aggiunge che “non si è mai visto prima un simile livello di scontro tra Istituzioni, a rimetterci è la città intera, quindi chi la governa dovrebbe impegnarsi per far cessare gli scontri, non per alimentarli, attaccando tutto e tutti come oggi purtroppo fa Tommasi. L’unico auspicio è che finiscano le baruffe chiozzotte. Suggerisco al sindaco/presidente di invitare a sedersi intorno a un tavolo tutte le parti in causa, di fatto i “soci” della Fondazione: Comune, Regione, Governo, CCIAA e Cattolica, perché quanto sta accadendo getta discredito sulla città e danneggia tutti. È indispensabile arrivare a una mediazione, la politica esiste per quello; infine, se qualcuno tra i poco capaci suggeritori di Tommasi pensasse di replicare con la banale affermazione che anche ai tempi del sindaco Tosi c’erano delle tensioni, ricordo che le decisioni del CdI, anche le più sofferte e difficili, vennero adottate all’unanimità ed anche allora il Governo era di un colore diverso da quello del Comune”. Ora la prospettiva di un incontro Tommasi-Mazzi al ministero: sarà pace o si prosegue con sangue e Arena?