“Sboarina fa retromarcia? Era ora” Così Giorgetti: "Meglio tardi che mai". E la Salemi: "Vent'anni pieni soltanto di parole"

“Il Comune di Verona fa retromarcia sul progetto del filobus? Meglio tardi che mai».
Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto ed esponente di Fratelli d’Italia, commenta così il risultato della seduta straordinaria del Consiglio comunale in cui è stata approvata la mozione sul filobus.
«L’opera era vecchia e inadeguata e con limiti ancora troppo evidenti a meno di due anni dalla data in cui sarebbe dovuta entrare in funzione», commenta il consigliere veronese, candidato alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. «Spiace solo che Verona e i veronesi siano rimasti intrappolati per mesi nei cantieri, che hanno letteralmente devastato alcune aree della città, e che siano stati abbattuti centinaia di alberi per fare spazio ai lavori. I cittadini chiedevano da tempo all’Amministrazione Sboarina di virare verso una infrastruttura meno invasiva ed è un bene che alla fine sia successo, peccato che per un cambio di rotta ci sia voluta una pandemia».
Adesso, guardando oltre la veste che avrà il nuovo sistema trasportistico, «non si dimentichi», evidenzia Giorgetti, «la necessità di realizzare un Piano dei Trasporti che potenzi la rete cittadina e includa la costruzione dei parcheggi scambiatori e il trasferimento della sede della Amt da Porta Vescovo all’esterno dell’area urbana”.

“Dopo 20 anni di parole Verona non ha ancora nessuna progettualità sulla mobilità sostenibile” Così Orietta Salemi di Italia Viva sulla nuova ipotesi dell’Amministrazione comunale e di AMT di bloccare le opere relative al filobus per procedere alla scelta di un mezzo più moderno. “E’ più di 20 anni che sentiamo parlare di tramvia e filobus, i veronesi hanno atteso invano un piano di trasporto pubblico locale davvero in grado di fronteggiare un traffico appesantito e profondamente modificato che ogni giorno soffoca gran parte dei quartieri e delle aree della cintura.. A Sboarina e Barini, chiusi nei loro comodi uffici, chiediamo: qual è l’obiettivo di mobilità? Sapevano anche prima del Covid che il filobus era opera superata. E poi, oggi dopo centinaia di alberi tagliati e mesi e mesi di mancate risposte, il sindaco pensa prima all’opera tecnica e poi al piano generale di mobilità? Da che mondo e mondo viene prima la pianificazione e poi la scelta del mezzo tecnico, pena l’immobilismo e le ferite aperte nei quartieri sotto gli occhi di tutti.”

Da registrare anche un intervento di Lipu Verona, Comitato No al filobus, Comitato di Verona sud e Comitato Asma:”Chiediamo a questo Consiglio Comunale e alla Amministrazione cittadina di abbandonare il progetto Opera Filovia” scrivono in una nota.
“E’ un progetto che sventra la città: nelle vie principali delle periferie, dove si sono sviluppati i negozi di prossimità, negozi con economie fragili ma utilissimi alla popolazione, soprattutto agli anziani. E’ un progetto che ha costi immensi per la collettività: con le somme del solo mutuo è possibile acquistare circa 200 bus elettrici, scelta verso cui si sta orientando il nostro governo,
Gli impegni economici per il filobus devono essere immediatamente sospesi e tutti gli stanziamenti trasferiti per un urgente progetto di mobilità ecosostenibile”.