Settore idrico, la capofila è Verona Mantovanelli: “Servono interventi strutturali, il Recovery Fund è un’opportunità”

foto Udali

Il Recovery Fund come opportunità per realizzare nuove infrastrutture idriche nei nostri territori. Verona è stata sede di un importante tavolo istituzionale che ha messo a confronto sul tema i gestori idrici del consorzio Viveracqua, che riunendo le dodici società pubbliche venete dell’idrico e i rappresentanti veneti della Commissione Ambiente della Camera. L’incontro, si è svolto al “Torcolo” di via Cattaneo, nel rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria e ha visto la presenza, tra gli altri, dei veronesi Mantovanelli e Cresco, presidenti di Acque Veronesi e Azienda Gardesana Servizi, e delle onorevoli Rotta e Valbusa, rispettivamente presidente e componente della Commissione Ambiente. Nel Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza della Regione Veneto, deliberato a tempo di record dalla giunta regionale lo scorso 17 novembre, sono presenti due opere strategiche per il futuro del sistema idrico della nostra provincia: il Collettore del Garda, per un importo di 120 milioni di euro e la dorsale acquedottistica Bussolengo-Belfiore, per un importo di 70 milioni di euro, prosecuzione della Belfiore-Lonigo, opera in fase di completamento proprio in queste settimane.
“I gestori veneti stanno investendo molto, grazie alle proprie capacità tecniche e organizzative e soprattutto grazie al fatto che i nostri cittadini paghino regolarmente le bollette. Servono però anche interventi strutturali che necessitano di fondi straordinari” spiega Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. “In quest’ottica il Recovery Fund per noi e per i nostri territori è un’opportunità e riteniamo di avere pienamente le carte in regola per accedervi e vedere accolte le nostre richieste. Fa piacere che la Regione lo abbia fatto, ora ci aspettiamo fiducia anche dal Governo”.
Per quanto riguarda la città di Verona non va dimenticato che nel documento elaborato dalla Regione compare anche un capitolo di spesa complessivo da 500 milioni di euro dedicato all’adeguamento delle opere di collettamento delle piogge in ambito urbano, nel quale si inserisce l’adeguamento dei sistemi fognari dei centri storici, tema per il quale Comune e gestore stanno lavorando da alcuni mesi per definire un’apposita convenzione. Verona con questo incontro, che segue l’audizione a Roma tenuta lo scorso 11 settembre, si fa dunque capofila delle richieste del territorio veneto per il settore idrico. “Facendo concretamente sistema Verona può, e deve, essere protagonista del sistema politico ed economico della Regione” ha concluso Mantovanelli.