“Sì, è vero, non volli Ibra al Verona” Foschi ammette la...cantonata: “Pastorello lo portò a vedere la città, io dissi di no”

Toh, chi si rivede. Rino Foschi. Dal suo osservatorio privilegiato ripassauna carriera non ancora finita. Con chi ha lavorato meglio come presidente? “Ho fatto sette anni a Verona e ho avuto due presidenti, tra cui Pastorello. Ho imparato tanto nella mia carriera, vedi a Trento. Ho fatto Modena cinque anni abbastanza bene e mi sono divertito. A Verona ho fatto anni in cui si è vinto un campionato e c’erano giocatori importanti. Quello che ho imparato da Pastorello difficilmente lo avrei imparato da altri. Ho imparato tanti segreti del calcio”. In sede di calciomercato il presidente più generoso? “Zamparini. E’ l’unico con cui avevo realmente carta bianca e potere di firmare. Era il mio gruppo di lavoro che trovava i giocatori e io partivo per andare a prenderli. A volte si lamentava se spendevo di più ma abbiamo fatto colpi incredibili. Lasciai con 50 milioni di attivo”. Il giocatore di cui va più orgoglioso? “Toni per esempio era lo scarto del Brescia, ma mi ha tolto grandi soddisfazioni. Barzagli uguale. Ne ho avuti tanti di bravi giocatori però. ma anche Fresi, Signori, se guardiamo più indietro”. E il rimpianto di mercato e in generale? “Ibrahimovic lo scartai. Federico Pastorello lo portò a vedere Verona, ma poi alla fine andò in Olanda. Mi impuntai e dissi di no”. Esperienze negative? “Quando non ho più sentito il respiro della mia proprietà, che non avevano più fiducia, io me ne andavo via e lasciavo i milioni piuttosto”. La persona più importante? “Che mi ha aiutato molto Marino, ma anche Marotta. Eravamo sempre insieme a Coverciano”. L’allenatore a cui è rimasto più affezionato? “Con Guidolin e Prandelli, ma in generale con tutti quelli che ho avuto. Ma ora parlo con poche persone, dopo quello che è successo a Palermo sono stato accantonato da tutti. Ho pagato tutto e ne soffro ancora e non ho capito ancora il motivo”. E Luciano Moggi? “Sono molto amico, è un furbo ma una persona eccezionale. Ha pagato per quello che non ha mai fatto, l’ho sempre detto. Ha fatto molto meno di altri personaggi, ma lui ha pagato. Moggi è un grande che ha pagato troppo. Non si è spinto oltre per me. Era un simpaticone che faceva gli affari, aveva un gruppo di lavoro incredibile. Quello che ha pagato è un’ingiustizia incredibile. Per me ha pagato quello che non doveva pagare, come me”. Un’esperienza che vorrebbe rivivere? “Ci andai in un momento sbagliato, al Torino. Mi piacerebbe riprovarci, è una piazza troppo bella”. Un ds che le piace ora? “Giuntoli per me è bravissimo. Lui veniva dai dilettanti e gli ho dato una mano. Ma anche Marchetti del Cittadella, con Braida siamo cresciuti insieme. Tare invece è un sottovalutato”.

Fabio Ridolfi