Sicurezza, è scontro frontale Il centrodestra chiede le dimissioni dell'assessora Zivelonghi "incapace di affrontare l'emergenza" e critica il sindaco: deve intervenire. Presto una manifestazione. Traguardi ribatte: "Basta soffiare sul fuoco, aiutiamo i giovani a superare il disagio".

Sicurezza o meglio insicurezza: è scontro frontale tra la maggioranza di Palazzo Barbieri e il centrodestra all’opposizione. Centrodestra che questa mattina con una conferenza stampa sulla scalinata di Palazzo Barbieri dove è avvenuta una aggressione ai danni di un minorenne, ha chiesto con i suoi consiglieri comunali le dimissioni dell’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi.
Paolo Rossi di Verona Domani ha sottolineato “l’assoluta inadeguatezza dell’amministrazione Tommasi di fronte al crescente problema di sicurezza in città”, l’ex sindaco Federico Sboarina ha rimarcato come “gli episodi così gravi non sono più episodici ma continuano a ripetersi, sono sempre più frfequenti”. Barbara Tosi ha evidenziato come “esiste un problema di sicurezza per i veronesi che non si sentono più sicuri soprattutto la sera, anche perché l’illuminazione pubblica è peggiorata nettamente: le luci a led fanno risparmiare ma le strade restano buie”. Luigi Pisa ha sollecitato il sindaco Tommasi “a fare un rimpasto di deleghe tra i suoi assessori perché così non si può andare avanti”, Patrizia Bisinella come gli altri colleghi ha chiesto “le dimissioni dell’assessora Zivelonghi” non per questioni personali ma “per la incapacità politica di affrontare l’emergenza sicurezza” perché come ha sottolineato Alberto Bozza “esiste un approccio ideologico sulla sicurezza da parte di questa amministrazione che non porta risultati ma peggiora le cose”. E Nicolò Zavarise ha fatto capire che presto ci sarà una iniziativa pubblica da parte dei veronesi che non si sentono più sicuri, probabile una manifestazione: “Le aggressioni che si continuano a ripetere sono inaccettabili e il sindaco avrebbe tutti gli strumenti legislativi e i poteri per prendere provvedimenti ma non lo fa”. Sono state ricordate le aggressioni delle baby gang in Bra e l’episodio sui bastioni che ha visto una ragazza sequestrata e maltrattata da uno straniero all’ex zoo. “Ma per questa amministrazione non si tratta di situazioni gravi ma di figli della nostra società” hanno detto i consiglieri “con una sorta di giustificazionismo e buonismo che non porta nulla di buono”. “Prefetto, questore, carabinieri fanno egregiamente il loro lavoro, chi non lo fa è il Comune del sindaco Tommasi”, ha sottolineato Anna Bertaia mentre Antonio Lella ha chiesto una maggior presenza di divise in centro, anche ricorrendo all’esercito.
Il centrodestra insomma spinge l’acceleratore sul tema dell’insicurezza perché “ci dicono che i reati calano ma la gente è stufa di denunciare perché ha paura”, dicono i consiglieri di opposizione.

La repressione da sola non funziona
Per i consiglieri comunali di Traguardi è ora di finirla “con certe sparate irresponsabili”

Per la maggioranza però la lettura della situazione cittadina è diversa e la fotografa il gruppo consiliare di Traguardi in una nota proprio sul tema sicurezza. E acccusa il centrodestra di “soffiare sul fuoco della paura mentre qualcun altro lavora per affrontare il problema insieme alle altre istituzioni dello Stato”.
“Per anni, mentre la città era amministrata da altre forze politiche, ci siamo interrogati su come rendere verona più sicura e vivibile per tutte e tutti”, scrivono i consiglieri comunali di Traguardi, Giacomo Cona, Pietro Giovanni Trincanato e Beatrice Verzè.
“Abbiamo parlato a lungo di sicurezza, di come la si attua e di cosa genera situazioni di disagio e pericolo. Lo abbiamo fatto in anni in cui rappresentanti delle istituzioni si esibivano in prove muscolari improvvisandosi sceriffi, in cui qualsiasi fenomeno veniva etichettato come caso isolato, in cui anche una tragedia come il pestaggio di Nicola Tommasoli fu circondato in un primo momento da un silenzio assordante e mille distinguo”.
Il problema, sostengono i consiglieri, nasce dai giovani: “Come ha più volte ribadito l’assessora Zivelonghi, anche noi che oggi amministriamo la città riconosciamo a pieno titolo il problema di giovani che, dopo essere stati a lungo ignorati dalla politica e dalle istituzioni, esprimono il loro disagio anche con comportamenti criminali, siamo però molto distanti da chi ci ha preceduto nell’identificare soluzioni e rimedi. Per noi una città sicura è una città viva, una città che investe sugli adolescenti e sul loro benessere con strumenti attivi e concreti: educativa di strada, ascolto dei bisogni, case di comunità, risorse sulle politiche giovanili dopo anni di tagli sistematici, spazi e occasioni di incontro, confronto e relazione”.
Un approccio che il centrodestra nella sua conferenza stampa ha contestato perché sostiene che in questa fase ci debba essere invece il contrasto immediato, anzi preventivo, di certi fenomeni; poi si penserà all’aspetto socio-educativo.
Ma la linea di Traguardi è diversa: “Lo diciamo noi e lo dicono i massimi rappresentanti di quei corpi dello Stato deputati a garantire la nostra sicurezza: la repressione da sola non funziona, e la sicurezza non si crea piazzando un agente in ogni strada, come certe sparate irresponsabili e irrealistiche vorrebbero far credere ai cittadini. Se la politica veronese davvero vuole investire sulla sicurezza, e non solo andare a caccia di facili consensi, agisca in modo unitario per sostenere lo sforzo dell’amministrazione, che con Questura e Prefettura lavora tutti i giorni per costruire una comunità sempre più coesa e solidale, contrastando alla radice i fattori che generano indifferenza e disagio. Cura e ascolto al posto di mera repressione. Una ricetta sicuramente più complessa da mettere in campo, ma senza dubbio più efficace e concreta di tante altre”.