Smog, le province italiane tra le peggiori d’Europa La Pianura padana con Vicenza, Milano, Cremona e Monza è al top per Pm2,5. Ogni anno nella Ue 300 mila decessi per inquinamento

La ripresa del traffico in città e delle attività industriali, l’avvicinarsi dell’autunno con i frequenti ristagni di aria e le prime nebbie sono fattori che ogni anno comportano un incremento dell’inquinamento dell’aria, peraltro in questi giorni la qualità è compromessa dall’alta presenza di ozono. Ma sono le polveri sottili, le cosiddette Pm2,5 a mettere in pericolo la salute dlele nostre vie respiratorie. E si sa che la Pianura padana è la zona più inquinata d’Europa. E infatti da una ricerca condotta insieme ad altre 6 redazioni dello European data journalism network (Edjnet), sotto la direzione di Detusche Welle e diffusa da Openpolis è arrivata la conferma che le prime province europee per concentrazione di Pm2.5 nell’aria sono tutte italiane. In particolare Milano, Cremona e Monza, con valori superiori a 21 µg/m³. Seguono alcune zone della Polonia. Otto su 10 tra le province più inquinate d’Europa sono italiane. Inoltre, mentre la Polonia ha registrato un generalizzato miglioramento, sono italiane anche molte delle province in cui la concentrazione di Pm2.5 è più aumentata tra il 2018 e il 2022. Insieme ad alcuni territori greci (soprattutto intorno ad di Atene) e portoghesi. In particolare Vicenza, dove la concentrazione è aumentata di 2,3 µg/m³ e Varese, dove è aumentata di 1,95. C’è quindi ancora molta strada da fare in Europa ma anche e soprattutto in Italia per contenere il problema dell’inquinamento atmosferico, dice la ricerca. Il particolato fine è estremamente dannoso per la salute. L’Italia è uno dei pochi Stati Ue in cui la concentrazione non è calata dal 2018 e quindi dieci milioni di italiani respirano aria con Pm2.5 oltre i 20 µg/m³. Solo in Polonia ci sono persone nella stessa situazione, ma in numeri molto più contenuti. n vista della strategia Zero pollution vision for 2050, l’Ue prevede di ridurre del 55% le morti premature legate all’inquinamento atmosferico entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005. Al momento, parliamo di circa 300mila decessi ogni anno, nell’Unione, soltanto a causa del particolato fine. Si tratta di una delle sostanze inquinanti più pericolose e insidiose perché, a causa delle sue dimensioni ridotte (di pochi millesimi di millimetro), riesce a penetrare in profondità nel sistema respiratorio umano. Nonostante la crescente consapevolezza del rischio posto dall’inquinamento atmosferico e i numerosi sforzi per contrastarlo, la situazione è ancora oggi molto grave. Più del 98% della popolazione europea vive in zone dove la concentrazione di Pm2.5 supera i limiti stabiliti dall’Oms, ovvero di 5 micrometri ogni metro cubo di aria. Le zone più inquinate si trovano nell’Europa centrale e in alcune metropoli, ma tra tutte è la pianura padana a registrare i valori più elevati nonché uno dei più marcati peggioramenti degli ultimi anni.