Sottopasso (in)finito L’opera di via Dal Cero doveva essere aperta per Vinitaly, ma il cantiere si è esteso ai sottopassi degli anni ’90 che presentano problemi alle palificazioni. Difficile fare previsioni. I tecnici dell’associazione Barbieri: “Capire i tempi e i responsabili”

Doveva essere riaperto prima di questo Vinitaly, invece problemi alle strutture degli anni Novanta hanno impedito la riapertura e fatto slittare tutto, secondo il Comune, a giugno. Ma anche questa data potrebbe saltare. Lo affermano i tecnici dell’Associazione Giuseppe Barbieri guidati dlal’architetto Arnaldo caleffi, ex assessore, che sono andati in sopralluogo al cantiere per verificare quanto finora realizzato nell’opera del sottopasso, delle condizioni di ammaloramento delle strutture del 1990, dei lavori in corso e di quanto si vede realizzato della futura sistemazione delle corsie e delle rampe di salita e discesa.E non hanno avuto un’impressione confortante. L’intento dei tecnici dell’associazione Barbieri è quello di affiancare l’Amministrazione con analisi e suggerimenti e così Caleffi insieme con Vincenzo Vasapolli, Filippo Bonini, Luciano Rebonato Marco Bacchini hanno rilevato che “il ritardo rispetto alla consegna preannunciata per il 10 aprile scorso non è giustificabile dalla sorpresa dell’ammaloramento dei pali conficcati nel terreno nel 1990. E’ evidente che il loro ammaloramento fuoriesce dal sottosuolo”.
Quindi che cosa vuol dire questo? Che era doveroso accorgersi prima di questi problemi. “Chi non ha controllato per tempo? Il progettista che avrebbe dovuto esaminare lo stato di conservazione delle strutture preesistenti? O il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione che non si è posto il problema degli eventuali rischi che correvano i lavoratori operando nei pressi di strutture a rischi di cedimento?”.
I problemi ora nascono dalle vecchie strutture ammalorate: vanno rinforzate o sostituite? “Nel corso del sopralluogo abbiamo visto un demolitore all’opera. Stanno demolendo una porzione dei pali realizzati nel 1990, quindi non si tratta di realizzare un semplice consolidamento di strutture ammalorate, ma di sostituirle, costruendone altre al loro posto! Chiediamo ad AMT3 di conoscere qual è il reale stato di consistenza delle strutture ereditate dai mondiali ’90”.
Il cantiere rischia di doventare un’opera molto più impegnativa, lunga nei tempi e costosa nel bilancio finale.
“Quanto alla consegna dei lavori finiti entro giugno evidenziamo che fra demolizione dei vecchi pali, casseratura di quelli nuovi, armatura e getto del calcestruzzo, tempi della sua maturazione, collaudo statico e realizzazione delle finiture, l’obiettivo di finire a giugno è irrealistico”.
E sui lavori mancanti per l’agibilità della corsia principale, “la vista del cantiere è impietosa”…

“Il cantiere si allarga, cosa prevedono i nuovi lavori?”

“Si vede che ci sono tombini privi di collegamento, quindi manca il completamento dei sottoservizi- afferma Caleffi – . Ammaloramento a parte, la frottola della consegna al 10 aprile è stata smascherata, non ci sarebbero state comunque le condizioni per asfaltare la corsia principale”, è la conclusione tecnica.
E allora viene da chiedersi: “qual è stato il ruolo di AMT3 in tutta questa vicenda? Perchè non ha esercitato le forme di controllo preventivo necessarie per evitare che una sorpresa come questa si sia verificata alla vigilia della consegna dell’opera?”.
Nascono una serie di quesiti: “Chi non ha esaminato le condizioni delle strutture in cantiere? Il direttore dei lavori? E se non l’avesse fatto, il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione ha avuto nulla da ridire? E il collaudatore (o la commissione di collaudo), che è tenuto a collaudare (quindi verificare) i lavori in corso d’opera nei vari sopralluoghi, ha mai avuto nulla da eccepire?”
Si sta delineando quindi un cantiere nuovo, che va ben oltre l’unificazione dei sottopassi di Italia 90 e i dettagli di questi nuovi lavori non sono noti. “Cosa prevede il progetto per la finitura delle palificate, anche di quelle degli anni ’90? Se il progetto prevedesse qualche intervento esso non potrebbe che essere preceduto da un esame dello stato di conservazione dei pali vecchi. E se il progetto non lo prevedesse è indispensabile verificare la staticità dell’intera palificata costruita per i Mondiali di calcio 1990, provvedendo anche a darne decorosa sistemazione e rimediando all’incompletezza dei fianchi dei tunnel lasciati con le palificate a vista. Se non si coglie l’occasione per farlo ora con i sottopassi inagibili, quando verrà un’occasione migliore?”.
Rifare i sottopassi del 90, insomma, è un’impresa nuova.
“ Ma perché il presidente di AMT3 non ha perorato l’idea della copertura del Canale Camuzzoni prima di seguire lo scavo per il sottopasso quando alcuni tecnici dell’Associazione Giuseppe Barbieri il 2 gennaio 2023 gliela presentarono? A quest’ora la copertura sarebbe realizzata, il traffico deviato su di essa e lo scavo (con i consolidamenti dei pali ammalorati) potrebbe avvenire in sicurezza e tranquillità, senza creare disagi ai cittadini e il prevedibile caos”.
“Non vogliamo atteggiarci a giudici, ma da tecnici seri: quando una scadenza non è rispettata – conclude Caleffi – ci sono sempre delle responsabilità. Non vale tirare in ballo Giove pluvio…