Studio Battaglia fa breccia nei cuori Si differenzia dalle altre fiction Rai sia in materia di contenuto, che nello stile

Tacchi a spillo, grattacieli in vetro, tailleur griffati: sin dalla messa in onda dei primi episodi nella primavera del 2022 è apparso chiaro che “Studio Battaglia” puntasse a differenziarsi dalle altre fiction Rai sia in materia di contenuto, sia nello stile. Forse è proprio questo ad aver permesso a alla serie ben diretta da Simone Spada e brillantemente sceneggiata da Lisa Nur Sultan di fare breccia nei cuori del pubblico, accaparrandosi così la tanto attesa seconda stagione approdata sul piccolo schermo martedì 19 marzo.
Lontana da preti, suore, famiglie allargate e ispettori e più vicina alle atmosfere di serie americane come “Suits” e “The Bold type”, la serie si serve del genere del cosiddetto legal drama per raccontare una famiglia di avvocate alle prese con casi complicati e ancora più complesse situazioni private. Non è tutta farina del nostro sacco: “Studio Battaglia” è infatti liberamente tratta dalla già affermata serie britannica “The Split”, ed è evidente che l’atmosfera burocratica simil-londinese e la trama dai tratti angloamericani giovino alla buona riuscita della fiction.
Protagonista assoluto è lo studio legale che dà il titolo alla serie, capitanato da una stoica e agguerrita Lunetta Savino, finalmente in campo dopo una carriera di ruoli minori (seppur indimenticabili, come la sua Cettina di “Un medico in Famiglia”). Savino veste i panni della matriarca Marina Battaglia, avvocata divorzista che, nello charme e nell’estetica, ci ricorda vagamente il ruolo cult di Meryl Streep ne “Il diavolo veste Prada”. Abbandonata dal marito molti anni prima, Marina vive per le sue quattro creature: da un lato lo studio legale, dall’altro le figlie Anna (Barbara Bubolova), Nina (Miriam Dalmazio) e Viola (Marina Occhionero). Mentre la piccola di casa Battaglia ha optato per una vita diversa, le figlie maggiori hanno seguito le orme della madre, affiancandola nella sua attività.
Per la verità, nella prima stagione apprendiamo che Anna è passata alla concorrenza, scegliendo di lavorare per Zander&Associati; nella stagione attualmente in onda, però, i due studi sono stati uniti, e la dinastia Battaglia è unita e solida nella difesa dei clienti.
Sono proprio i casi legali uno dei punti di forza principali di questa fiction: attuali e intricate, le storie che animano gli uffici dello Studio Battaglia sono uno spaccato di contemporaneità. Se nella prima stagione si è parlato di divorzi post tradimento, contratti pre-matrimoniali e scabrosi siti di incontri a sfondo extraconiugale, dai primi episodi della seconda stagione emerge un pattern di vicende legate dall’ambiente tossico dei social media. Mentre il – già noto – personaggio di Carla Signoris si trova a dover fronteggiare una feroce ondata di odio mediatico che mette in difficoltà il suo nuovo ristorante, la mamma foodblogger impersonata da Sara Putignano vuole uscire da un matrimonio tossico che la costringe a una pesante e fittizia vita patinata sul web.
Nell’attesa di vedere cosa ci riserveranno le ultime due puntate (in onda su Rai 1 la settimana prossima), vi ricordo che la prima stagione e i primi due episodi della seconda sono disponibili su Rai Play.
VOTO: 8
Martina Bazzanella