Sul Baldo il Museo della Biodiversità Intitolato al naturalista rinascimentale Francesco Calzolari. Un viaggio nella natura

Un nuovo capitolo nel mondo della conservazione ambientale e dell’educazione naturalistica si è aperto, con l’inaugurazione del Museo della Biodiversità intitolato a Francesco Calzolari, celebre speziale e botanico veronese del XVI secolo. La ristrutturazione del Museo di Novezzina, parte integrante del progetto SC.RI.G.N.O. finanziato da Fondazione Cariverona e dal Comune di Ferrara di Monte Baldo con un budget triennale complessivo di 350.000 euro, mira a trasformarlo in una destinazione educativa all’avanguardia, avvicinando i visitatori di tutte le età alla straordinaria biodiversità ambientale del territorio baldense.
Il nuovo allestimento del Museo, affidato allo studio Piccoli Dettagli, attivo nel campo della progettazione museografia, sotto la direzione scientifica del naturalista Daniele Zanini, è stato concepito per integrarsi sinergicamente con l’ambiente circostante. L’obiettivo è coinvolgere i visitatori creando un continuum tra le aree interne del museo e gli spazi esterni dell’adiacente Orto Botanico, già meta d’eccellenza per apprezzare l’unicità della flora del Baldo. Il Museo di Novezzina ha subìto una trasformazione completa che ha ridefinito radicalmente l’esperienza dei diversi visitatori a cui il museo è rivolto, dal pubblico degli appassionati che troveranno delle soluzioni innovative nella divulgazione del sapere botanico, a quello turistico che cerca di approfondire la propria conoscenza del luogo in cui è ospitato. La vocazione didattica del museo è stata accresciuta, rendendo più fruibili i dispositivi già presenti, introducendo elementi di gaming museale e presentando uno spazio immersivo, in cui si invita a conoscere la flora baldense attraverso i sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto e della vista.
Attraverso un più razionale utilizzo degli spazi a disposizione e grazie a una varietà di sistemi espositivi, si sono potuti approfondire diversi aspetti naturalistici: quelli legati all’esplorazione del Monte Baldo attraverso le principali figure dei suoi studiosi; la geologia della catena montuosa; lo studio della botanica baldense ripercorso sfogliando le principali pubblicazioni ad essa dedicate; l’antica “teoria delle firme” che assegnava ad ogni pianta un ruolo specifico nella cura del corpo; l’evoluzione dello studio delle piante attraverso le tecniche utilizzate nelle varie epoche per la loro osservazione.