“Superare il nostro individualismo’’ Al Palaexpo di Veronafiere con monsignor Galantino e l’ex ministra Garavaglia

Il Dono sprigiona bene, significato e bellezza. Riconsegna speranza alle persone. Perché il Dono ha una caratteristica: “nasce sempre dall’accorgersi che, per qualcuno, il mio poco è tanto”. Nell’ambito del Festival della Dottrina Sociale, sabato 26 novembre alle ore 10, presso la sala Fondazione Cattolica, al Palaexpo di Veronafiere, si terrà un incontro organizzato dalla Fondazione della Comunità Veronese e aperto al pubblico, sul tema “La bellezza del dono”. Interverranno Mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa e Maria Pia Garavaglia, già parlamentare e ministro. Dopo la fine del mandato di direttore generale a Veronafiere, Giovanni Mantovani ha abbracciato, lo scorso anno, con entusiasmo, l’incarico di Presidente della Fondazione della Comunità Veronese e ci racconta, in quest’intervista, la storia, i traguardi e la mission di questa realtà. 11 anni di attività, più di 7 mila donatori, 4,5 milioni di euro raccolti e destinati a 393 progetti di solidarietà a Verona. E all’orizzonte si profila un sempre più solido desiderio di promuovere la cultura del dono. Come? Trasformando il “poter dare”, nell’esperienza stupefacente del “saper donare”. Come è nata l’idea dell’evento del 26 novembre? Oggi assistiamo a testimonianze di generosità da parte di tante persone disposte a donare a chi è in difficoltà, o per una causa in cui credono. Spesso, l’unico limite è la fiducia che ciò che donano sarà a totale beneficio di chi ha bisogno. È su questo che bisogna lavorare. La fiducia nasce, nel nostro modo di operare, dal rapporto diretto e sempre verificabile tra chi dona e chi riceve: ossia, dalla “passione dell’incontro”. In che modo “il dono rende sempre possibile la realizzazione di piccoli o grandi miracoli”? I miracoli non sono mai né piccoli, né grandi: sono miracoli. Lo sono perché per chi li riceve sono sempre motivo di speranza e fiducia. La logica del dono non è la logica della compravendita. Nella cultura del dono, do del “mio” affinché chi riceve possa esprimere del “suo”: il suo talento, la sua personalità, la sua vita. Perché lo svincolo dai limiti imposti dalle preoccupazioni economiche e sociali. In cosa risiede la “forza” del dono? Nella capacità di superare la pochezza dettata dal nostro individualismo. Il Dono è un valore anche per chi lo compie, perchè consente di dare un senso più profondo alla propria esistenza e di pagare un “debito”: donando, restituiamo a chi è nel bisogno un po’ di quel tanto che la vita può averci dato. Qual è la mission della Fondazione della Comunità Veronese? Siamo una Fondazione di comunità che si caratterizza per un patrimonio non preesistente, ma nato dal Dono di cittadini di Verona. Siamo nati nel 2010 da un’intuizione di mons. Adriano Vincenzi, che ha raccolto un gruppo di persone disposte a sostenere i bisogni e i sogni di un territorio. Chi dona alla Fondazione può usufruire dei benefici fiscali previsti dalla normativa ed avere l’assoluta certezza del monitoraggio accurato fra donazioni e realizzazione dei progetti. A quali attività vi dedicate? I progetti sostenuti in questi anni hanno avuto come focus la valorizzazione dei beni architettonici, la ricerca in ambito sanitario, le famiglie a rischio, le persone fragili o svantaggiate, i minori in difficoltà o gli studenti meritevoli. Come si immagina il futuro della Fondazione? L’attuale crisi è caratterizzata da nuove situazioni di bisogno e da un’inflazione “diseguale”. Sono convinto che Verona sia piena di persone animate dal desiderio di essere Dono, ma che forse hanno qualche perplessità ad esprimerlo. Il mio Sogno è che ciascuno inizi, anche solo con il dono di una piccola somma di denaro, a condividere le fatiche di chi è in difficoltà, e partecipi ai progetti di miglioramento della nostra Comunità.

Stefania Tessari