Tre scenari previsti dall’OMS. Nessuno prevede lockdown Ranieri Guerra: "In Italia ci sono terapie e strutture adeguate"

L’autunno è alle porte e, mentre il mondo è ancora nel pieno della pandemia, l’Oms traccia i tre scenari che il nostro Paese potrebbe trovarsi ad affrontare nei prossimi mesi. A parlare in un’intervista all’Ansa è Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e membro del Comitato Tecnico-scientifico.
“Un lockdown globale è improponibile”, afferma Ranieri Guerra e prosegue: “Causerebbe danni senza dare benefici”. Adesso, sottolinea, “siamo in una posizione diversa”, nella quale viviamo “di rendita rispetto a quanto il lockdown ha permesso di ottenere”. Ora, afferma il direttore aggiunto dell’Oms, ci sono “piani ospedalieri aggiornati e sono aumentate le strutture di terapia subintensiva e intensiva”. Inoltre per Guerra il virus non è più totalmente sconosciuto come all’inizio della pandemia.
Guerra aggiunge che “la gestione territorio e ospedali è cambiata” al punto da rendere sostenibile e gestibile un aumento dei casi. Dunque, per il direttore aggiunto dell’Oms, in assenza di chiusura totale come quella del marzo scorso, sono tre gli scenari che l’Italia potrebbe trovarsi ad affrontare in autunno.
Primo scenario. Aumento lento e costante dei casi
Il più ottimistico, con un “aumento molto lento e costante dei casi, non necessariamente collegato a un aumento dei malati”. Il fatto che si sia abbassata l’età media dei contagi, osserva, “ci fa capire che gli anziani si proteggono rigorosamente, cosa che non fanno i giovani”. Sul fatto che i giovani possano uscire indenni dal virus: “Non siamo del tutto certi: comincia a esserci evidenza, nel medio tempo, di rischi di patologie che immediatamente non hanno una rilevanza clinica importante, ma che con l’andare del tempo possono dare danni”.
Secondo scenario. Corto circuito tra scuola e famiglie
Più complesso e forse il più plausibile. Con la riapertura delle scuole e del maggior uso dei trasporti pubblici, si potrebbe creare una sorta di “corto circuito fra scuole e famiglie”, causando “un aumento ulteriore dei casi, speriamo contenibile”. Fondamentale identificare gli eventuali piccoli focolai in modo tempestivo.

“L’esperienza passata ci servirà”

Terzo scenario.
Aumento dei ricoveri
Il peggiore. Vedrebbe “un aumento dei casi tale che sul territorio non si riuscirebbe più a fare diagnosi e tracciamento adeguati” causa di anche “un aumento dei ricoveri, anche se in media i casi potrebbero essere meno gravi in quanto in ospedale si arriverebbe comunque prima”. Ma, sottolinea Guerra, l’esperienza maturata in questi mesi rende “molto improbabile una crisi analoga a quella vissuta in passato”.