Un altro caso del tribunale di verona sta per avviarsi sui tavoli del csm GIUSTIZIA

Il Tribunale di Verona, vive un periodo assai delicato, ma non solo perchè la nomina del suo presidente Antonella Magara­ggia è stata bocciata dal TAR ma anche per una certa confusione spesso frequente a cui si aggiungono errori e gravi leggerezze. Con probabilità mentre il Consiglio superiore della Magistratura si sta occupando tra le varie cose, del giudice Henry Woodcock, dovrà affrontare tra non molto anche di uno dei casi in arrivo dal Tribunale di Verona. La storia nasce da due soggetti legati sentimentalmente da molto tempo che poi hanno deciso di interrompere la relazione. Ne nasce un contenzioso economico ed il giudice Raffallela Marzocca emette, sulla base di un documento non rappresentativo di nessuna esteriorizzazione di volontà, non potendosi quindi qualificare in nessun modo quale ricognizione di debito e su un altro poco attendibile la cui autenticità era tutta da verificare, un decreto ingiuntivo. Munendolo poi di formula esecutiva pur se la rappresentazione dei fatti e i documenti prodotti erano contrari al vero. Nel merito un altro giudice faceva anche peggio: ometteva ostinatamente di prendere in esame tali documenti per sospendere l’esecutorietà e senza nessuna attività istruttoria emetteva sentenza. Forse una delle due parti aveva qualche amico in tribunale. Nel frattempo sono stati eseguiti pignoramenti di case, conti correnti e autovetture e quanto era possibile con tanto di intervento dell’Istituto Vendite Giudiziarie. Eppure gli atti depositati erano talmente dubbi che la stessa dott.ssa Marzocca interveniva chiedendo per iscritto, prove scritte con precise integrazioni. Salvo che poi inopinatamente, senza che Le venisse fornita nessuna integrazione emetteva lo stesso il decreto. Tale decisione arrecando enormi danni. Probabilmente il giudice Marzocca è stata fraudolentemente indotta a sbagliare o è caduta in un errore grossolano. Si tratta comunque di una leggerezza assai grave quanto ingiustificabile. A pensar male diceva Andreotti, si fa peccato ma ci azzecca. Infatti non a caso una della parti era assistita da un legale moglie di un giudice all’epoca in servizio presso il Tribunale di Verona. C’è poi un altro lato oscuro. La scomparsa in Tribunale di un fascicolo e di una denuncia contro un investigatore privato, sempre inerente alla controversia dei due soggetti. Insomma un pasticcione. Una bella matassa che dovrà essere dipanata. Sarà il Consiglio superiore della Magistratura ad occuparsene e/o la Procura del Tribunale di Trento.