Un anno senza “Ciccio” Mascetti

Un anno senza il “Ciccio”. Esattamente un anno fa ci lasciava Emiliano Mascetti. Un anno dopo il Verona è atteso alla gara più difficile di una stagione tribolata, complicata. Battere il Sassuolo per tenere accesa una fiammella sempre più flebile proprio in occasione dei 120 di storia gialloblù nei quali l’impronta di un personaggio come il Ciccio è profonda, indissolubile. La società Hellas Verona in occasione dell’addio di Mascetti non fece una gran bella figura. Il nome sbagliato ricordato dal presidente Setti, la dimenticanza del lutto al braccio nella partita con l’Inter. Una lezione imparata bene. Perché all’alba del 7 aprile sul sito ufficiale del sodalizio gialloblù, in un momento particolare e difficile, a Setti, questa volta, va dato atto di non aver dimenticato. “Un anno fa ci lasciava una leggenda, una bandiera, un capitano. O più semplicemente Emiliano. Per sempre con noi Ciccio”. Questo il messaggio del Verona per ricordare, doverosamente, chi ha scritto in campo e non solo la storia dell’Hellas. Un bel gesto per cementare, se fosse ancora necessario, il nome di Mascetti al Verona. Il Ciccio in maglia gialloblù giocò 275  partite di campionato, condite da ben 37 reti, un bottino ragguardevole per un centrocampista. Ma chi era Mascetti giocatore? Un interno moderno, probabilmente ai giorni nostri, un punto fermo di una Nazionale italiana che di elementi come il Ciccio avrebbe decisamente bisogno. Mascetti aveva visione di gioco, capacità di inserimento, stacco, tiro. Fortissimo. Autore di gol memorabili come quello realizzato a Marassi che gli valse il titolo di rete più bella della stagione. Un giocatore che in maglia gialloblù ha conosciuto gioie e dolori per un Verona che frequentava con fasi alterne la massima serie. C’è poi il Ciccio dirigente. Anche qui un vero fuoriclasse. Assieme a Osvaldo Bagnoli, ai ragazzi protagonisti in campo, al presidente Tino Guidotti e a Ferdinando Chiampan, uno degli artefici del memorabile scudetto gialloblù. Amato a Verona, apprezzato anche lontano dall’Adige come testimoniano i traguardi raggiunti da direttore sportivo della Roma del presidente Dino Viola. Otto anni in giallorosso, poi l’Atalanta e una collaborazione con la Sampdoria prima di tornare nella sua Verona, circondato dall’affetto dei tifosi, dall’amore di una città che ne aveva capito il carattere. Taciturno, riservato. Ma divertente e spassoso in privato. Il Ciccio era soprattutto una brava persona. E’ stato un grande calciatore, uno straordinario dirigente. Ma quello che è doveroso ricordare è che Mascetti era un vero uomo. Serio, preparato, disponibile. Una grande perdita non solo per la storia del Verona ma per tutto il calcio italiano. Tino Guidotti, Ciccio Mascetti e Claudio Garella. Senza dimenticare Toni Lonardi, il vice di Bagnoli nell’anno più bello e favoloso. Figure mitiche, eroi di un calcio passato. Nomi indelebili di 120 anni di storia. L’attualità parla di Sassuolo, di una salvezza lontana ma ancora possibile. Guai, però, dimenticare chi ha fatto di questa storia una leggenda. Il Ciccio è stato, certamente, tra questi.

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