Una Verona migliore in cinque punti Traffico, espansione urbana, rigenerazione, sostenibilità e tutela del patrimonio culturale

Traffico e mobilità, densità ed espansione urbana, rigenerazione urbana, sostenibilità ambientale e tutela del patrimonio culturale: sono i 5 punti del manifesto degli Architetti di Verona per i 100 che l’Ordine compie domani 23 giugno. 5 punti per una città inclusiva, smart, il più possibile a misura d’uomo, dove i cittadini possano muoversi liberamente con i mezzi pubblici il più possibile, e quindi tornare ad avere un’idea della città di prossimità. “In tema di traffico e mobilità – interviene il presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona, Matteo Faustini – Verona sta facendo un passaggio importante: il filobus sta diventando realtà e speriamo che ad esso si abbinino parcheggi scambiatori che possano diminuire il traffico che attanaglia la città. Per diminuire il traffico vanno fatte anche scelte impopolari come quella di allargare la ztl in determinate fasce orarie”. La densità e l’espansione non controllata può portare alla perdita di spazi verdi, alla frammentazione del territorio e alla dispersione urbana. La gestione della crescita urbana in modo sostenibile è un’importante sfida: “E’ chiaro che per ridurre – spiega Faustini – il consumo di suolo bisogna puntare sulla rigenerazione e rinnovare vecchi regolamenti e decreti che impediscono di recuperare il patrimonio edilizio e darne e nuovo riuso. Occorre mettere operatori della filiera delle costruzioni in condizioni di operare: attualmente sono elevatissimi i costi di bonifica e discarica. Penso alla Zai storica, tutta da reinventare e alla nuova porta sud di accesso alla città: l’ex scalo ferroviario, che diverrà il nuovo Central Park, è tutto da bonificare”. Terzo punto del manifesto è la rigenerazione urbana. Il problema del degrado e delle aree dismesse o in stato di abbandono richiede strategie di riqualificazione, recupero di aree industriali obsolete e miglioramento dell’ambiente cittadino. “Il degrado urbano nasce dal fatto – prosegue Faustini – che la città non è vissuta perché non è vivibile: occorrono spazi a misura d’uomo. Ad esempio, nelle grandi aree verdi pubbliche occorre inserire attività commerciali o legate al turismo sostenibile come chioschi o bicigrill. Così si crea un minimo di “controllo sociale” a tutto vantaggio della vivibilità degli spazi verdi e del turismo”. La città si trova ad affrontare sfide legate alla gestione delle risorse, come l’approvvigionamento idrico, la gestione dei rifiuti e l’efficienza energetica. La transizione verso la sostenibilità ambientale, quarto punto del manifesto, è un obiettivo importante. “Come spieghiamo nel ciclo di convegni sul paesaggio, uno si tiene domani 23 nella nostra sede – chiosa Faustini – occorre privilegiare un patrimonio arboreo che vada a migliorare la gestione delle risorse idriche e captare le acque meteoriche con invasi. Poi è necessario mettere in rete i parchi urbani delle città, ad esempio il parco delle mura non può vivere solo di vita propria, o per un paio di mesi all’anno con il Mura Festival. Gli edifici dell’ex zoo, ad esempio, potrebbero diventare sede di associazioni per renderlo vivo. Un esempio positivo, in questo senso, è il parco di Raggio di Sole”. Infine, quinto punto del manifesto, la tutela del patrimonio culturale: “L’80% del patrimonio veronese – conclude Faustini – è vincolato. Serve invertire la rotta con l’utilizzo di materiale naturali, ritornare a come si costruiva una volta con la calce, le pietre naturali e cercare di valorizzare il patrimonio storico favorendo l’intervento in sinergia con i privati, perché il pubblico da solo non ce la può fare”.