Vantaggi per tutte le fasce di reddito – di Marco Vantini Le aliquote scendono da cinque a quattro, ma la manovra è criticata da Confindustria

Trovata l’intesa tra i partiti di maggioranza ed il Ministro dell’Economia al tavolo sul Fisco: le aliquote Irpef scenderanno a quattro (dalle attuali cinque), con una nuova curva delle detrazioni che assorbe il bonus Renzi-Gualtieri e assicura vantaggi a tutte le fasce di reddito e addio all’Irap per 890mila ditte individuali e professionisti (tutti) e 11mila start up innovative.
Ora il progetto passa all’esame del premier Mario Draghi per la decisione finale. L’intesa sarà poi introdotta con un emendamento del Governo alla manovra. Degli otto miliardi che il disegno di legge di bilancio ora all’esame del Senato ha stanziato nel fondo taglia tasse, ben sette saranno assorbiti dalla nuova curva dell’Irpef; l’intervento sull’Irap ne vale 1,3 e richiede quindi di recuperare circa 300 milioni ulteriori.
La nuova progressione dell’Irpef prevede il 23% fino a 15mila, come ora, il 25% fino a 28mila, il 35% fino a 50mila e il 43% per i redditi superiori. Da 50mila euro in su, quindi, l’aliquota legale cresce rispetto a oggi. Ma non è questo il punto.
Il risultato rilevante per i conti dei contribuenti, infatti, è dato dall’imposta netta, che scende per tutti per effetto della nuova curva delle detrazioni, che eliminerà anche gli attuali salti di imposizione effettiva come chiesto dal documento delle commissioni Finanze delle Camere. In questo modo, la scelta soddisfa tutti anche sul piano politico.
Le stime elaborate dal Mef prevedono risparmi per tutte le fasce di reddito. In termini percentuali l’imposta da pagare si riduce in modo drastico per le fasce di reddito più basse, fino a 8mila euro lordi annui, che però di fatto sono già quasi escluse dall’Irpef per effetto della No Tax Area. La riduzione reale più consistente si incontra fra i redditi medi: fra 40 e 45mila euro di reddito lordo annuo il risparmio medio rispetto a quanto si paga con le regole attuali arriva al 6,4%, con una punta del 7,5% per i dipendenti e uno sconto del 3,9% per gli autonomi (4,2% per i pensionati). Appena sotto, fra 35mila e 40mila euro di reddito, il risparmio è del 5,2% per i dipendenti e del 3,1% per gli autonomi, e si attesta al 3,5% nel caso dei pensionati. Sopra, fra 45mila e 50mila euro, il taglio vale il 5,5% dell’imposta netta per i lavoratori dipendenti, il 4,6% per i pensionati e il 4,3% per gli autonomi. Per i contribuenti dell’attuale terzo scaglione la riduzione d’imposta può superare i 700 euro all’anno.
L’impatto delle nuove detrazioni è evidente anche per i redditi più alti: nonostante l’aliquota legale in crescita, risparmieranno in media il 3,1% nelle dichiarazioni fra 60mila e 65mila euro, il 2,2% fra 65mila e 75mila e lo 0,6% sopra. La media complessiva dei tagli fiscali per tutti i contribuenti si attesta sul 3,8%. In termini generali, secondo le prime stime, il 75% del taglio Irpef si concentra sul secondo e sul terzo degli scaglioni attuali, che accorpano il 50% dei contribuenti (21 milioni) con dichiarazioni fra 15mila e 55mila euro.
Le stime del Mef mostrano anche il secondo obiettivo dell’intervento, che in un disegno di riduzione complessiva della pressione sui redditi determina i maggiori vantaggi nella fascia fra 35mila e 55mila euro dei dipendenti. Perché l’intervento è fatto anche per ridurre i salti d’imposta determinati oggi dal coacervo di detrazioni e bonus, che produce le super-aliquote marginali effettive fino al 61% fra 35 e 40mila euro.
L’intesa politica sulla riduzione dell’Irpef ha già raccolto le critiche di Confindustria in quanto considerata “senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese”.

*presidente Solori