VERONA TRAINA L’EXPORT ITALIANO Vale 38 miliardi di euro l’anno: da solo quello scaligero sfiora i 3 miliardi. La Provincia è prima nel settore agroalimentare. Una dedizione macchinata dalle “agromafie”

A trainare l’export italiano – che vale 38 miliardi di euro all’anno -c’è Verona con 2,9 miliardi. Da sola, la provincia scaligera pesa il 7,6% delle vendite italiane all’estero. I dati sono stati diffusi dalla Camera di commercio di Milano, ripresi anche da quella veronese, che ha calcolato una crescita di esportazioni nazionali pari al 3,5%, il 7,7% solo nella nostra provincia. I prodotti “made in Verona” più esportati sono il vino, prodotti dolciari, frutta, verdura, carni, formaggi e latticini. Secondo i dati della Camera di Commercio di Verona, le esportazioni di prodotti alimentari hanno superato 1,3milioni di euro con una crescita dell’8,3%, quelle della bevande, tra cui ovviamente il vino, hanno superato i 900mila euro con una crescita del 4,7%, e quelle di ortofrutta 570mila euro, il 12,3% in più dell’anno precedente. “Questo studio – afferma il presidente della Coldiretti di Verona Claudio Valente – evidenzia come Verona sia tra le prime province italiane per produzioni e la prima per export nell’agroalimentare. La crescita del 7,6% è un dato molto significativo, se pensiamo ai problemi derivati dall’embargo russo, senza il quale potremmo aggiungere centinaia di milioni di euro di esportazioni che oggi mancano. E’ evidente che i nostri imprenditori hanno capacità di adattamento e propensione a trovare soluzioni e mercati alternativi per le produzioni locali, specie per la frutta e verdura”. Per Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti, “Verona è notoriamente uno dei principali crocevia della commercializzazione di prodotti agroalimentari di qualità. Il business scaligero legato a questo settore supera i 5 miliardi di euro, frutto anche della professionalità di imprenditori agricoli che producono eccellenze irripetibili altrove. Purtroppo, però, tale dedizione e professionalità vengono macchiate da attività malavitose che nulla hanno a che vedere con le nostre aziende”.