Vino e segreti non possono convivere Lente d’ingrandimento su una regione che vanta più di una ventina di DOCG

Come si dice in Piemonte… “Ël vin e i segret a peulo nen vive ansima”: vino e segreti non possono convivere. E ancora, “Andôva j regna ‘l vin a-j regna nen el silensi: dove regna il vino non regna il silenzio. Sospinta da queste suggestioni che equiparano il vino all’assenza di segreti e di silenzio, La Cronaca si addentra in questa seconda giornata, ponendo la lente d’ingrandimento su una regione che vanta più di una ventina di DOCG e oltre un centinaio di DOC: il Piemonte, appunto. Barolo, Barbaresco, Barbera, Alta Langa, Gattinara, Roero, Nizza, Nebbiolo… impossibile citare tutti i vini che rendono questo territorio uno di quelli a maggior vocazione e tradizione enologica del Belpaese. Per ogni azienda visitata, suggeriremo il vino che più ci ha colpito.

Pecchenino. Tra le più antiche famiglie del Doglianese, vinificano dal 1900. L’azienda è a conduzione familiare. Dalla fine degli anni ’80 sono Orlando ed Attilio ad occuparsi della gestione aziendale. Tra le varie proposte di spessore degustativo è difficile scegliere quale spicchi su tutte. Ma è giusto menzionare il Barolo Le Coste di Monforte 2019. Ricco e robusto.

Elvio Cogno. 15 ettari di proprietà a Novello, da cui nascono grandi vini delle Langhe. Sulle orme del fondatore Elvio Cogno, Nadia Cogno e Valter Fissore oggi portano avanti l’esperienza di oltre quattro generazioni. Nel Barolo DOCG Riserva Ravera “Vigna Elena” si coglie l’eleganza di Elvio Cogno. Un “Barolo senza compromessi”.

Oddero Poderi e Cantine. Un’azienda che si è resa protagonista di pagine fondamentali della viticoltura di Langa. I vigneti e le cascine di quest’azienda appartengono “da sempre” alla famiglia Oddero. Da uno studio dei documenti parrocchiali e comunali risulta con sicurezza che la famiglia sia presente sul territorio di La Morra almeno dal XVIII secolo.Il Barbaresco DOCG Gallina 2020 parla un linguaggio di finezza, eleganza e sfumature granate. Equilibrio che ben si fonde con la complessità di varie note olfattive.

Pio Cesare. Un nome, una garanzia. Fondata ad Alba nel 1881 dall’imprenditore Cesare Pio, grande appassionato di vino e pioniere di valori come quelli di qualità e originalità stilistica. Il Barolo DOCG 2019 è portatore di uno stile classico e senza tempo ed espressione fedele dei vari grandi terroirs della zona del Barolo.

Sordo Giovanni. Da quattro generazioni nel cuore del Barolo. La prima generazione risale al 1912 con Giuseppe Sordo, che inizia la coltivazione della vigna e a produrre vino nella piccola borgata Garbelletto di Castiglione Falletto.Tra i Grandi Vini di Langhe e Roero prodotti da quest’azienda riteniamo opportuno segnalare, oltre ai Barolo, prodotti in 8 differenti cru, per particolarità ed identità aziendale, il Verduno Pelaverga. Deriva dall’uva di un antichissimo vitigno autoctono, la cui zona di produzione è molto ristretta: ‘’il Pelaverga Piccolo’’.

Bric Cenciurio. Realtà aziendale nata negli anni ’90, dall’idea di Franco Pittatore e del cognato Carlo Sacchetto. Dal cuore delle Langhe, sulle colline del comune di Barolo, l’azienda prende il nome da un singolare toponimo di un lembo di collina nel comune di Castellinaldo “BRIC CENCIURIO”, ovvero: sommità della collina Cenciurio. La Riserva del Barolo Costa di Rose è prodotta solo in alcune annate e deriva da viti che hanno una storicità di almeno 50 anni.

Stefania Tessari