VITICOLTURA SOSTENIBILE, PRIMO PROGETTO Con la Glera resistente si punta a una drastica riduzione dei trattamenti

Quattro esperienze di viticoltura sostenibile a confronto nella tavola rotonda che si è svolta al Vinitaly, promossa da Confagricoltura, dal titolo La nuova frontiera del vino: la sostenibilità a 360° con il giornalista e scrittore Andrea Scanzi e la partecipazione di Lodo­vico Giusti­niani, presidente di Confa­gricoltura Veneto; Christian Marche­sini, presidente del Consorzio vini Valpolicella; Innocente Nardi, presidente del consorzio di tutela Cone­gliano Valdobbia­dene docg; Marco Caprai, presidente di Confagricoltura Umbria; Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca Crea-Ve e Andrea Andreoli, vice direttore di Telenuovo. “Credo che dieci anni fa non sarebbe stato possibile immaginare una tavola rotonda che avesse al centro la sostenibilità – ha riassunto Scanzi -, o sarebbe stato percepito come un dibattito di nicchia. Invece i consumatori millennials richiedono non solo la tradizione, cioè il vitigno autoctono che racconta la terra, ma anche il rispetto per il terreno, l’ambiente e la salute. Un altro aspetto che mi colpisce da consumatore è che il tema della sostenibilità viene preso di petto dalle grandi aziende e da consorzi molto forti, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. Qui stiamo parlando di Valpolicella, di Valdobbia­dene, di Umbria. Un cambio di passo notevolissimo, con una rivoluzione alle porte che parte dal Veneto con il progetto della Glera resistente”. E’ toccato poi a Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpo­licella  illustrare il protocollo di produzione integrata RRR, che sta per “Riduci risparmia rispetta”, lanciato cinque anni fa dal Consorzio. Al termine della tavola rotonda è stata illustrata una convenzione da Confagricol­tura Treviso e Crea-Ve, il Centro di ricerca per la viticoltura e l’enologia, che coinvolgerà una quindicina tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco con l’obiettivo di arrivare a ottenere nuove varietà resistenti, che consentiranno di ridurre le perdite produttive. Il programma di miglioramento genetico, che durerà 5 anni, prevede una serie di incroci e reincroci su Glera mirati a trasferire i caratteri di resistenza e l’affinamento dei caratteri enologici.