Zaia Doge(t). Il governatore contro il “dpcm” Conte “Non siamo cavie. Senza Veneto l’Italia non regge”. Nuova ordinanza: sì a passeggiate e corse nel comune e deroga per le seconde case

Un’ora e venti di conferenza stampa per criticare du­ramente il decreto-Conte ed emanare una nuova or­dinanza regionale, che in parte aggira il “dpcm”. Par­tiamo da qui. Il governatore Zaia, dalle 18 di oggi, ha au­torizzato passeggiate e attività motorie individuali in tutto il territorio comunale: niente più «in prossimità della propria abitazione», dunque, formula vaga introdotta ormai settimane fa dall’esecutivo. Da domattina alle 6 ci si potrà anche recare nelle seconde case, all’interno dei confini regionali, per svolgere lavori di manutenzione o per spegnere il riscaldamento, ad esempio, nelle abitazioni di montagna. Chiariamo: non è stato autorizzato il soggiorno, ma è evidente che sarà molto difficile, se non impossibile per le forze dell’ordine, passare al setaccio le abitazioni. Diciamo questo, e lo sottolineiamo perché qualche zucca vuota c’è sempre, non certo per invitare qualcuno a infrangere le norme, ma semplicemente come un dato di realtà. Via libera anche agli spostamenti fuori dal comune di residenza per la manutenzione delle barche. Rimane l’obbligo di indossare mascherina e guan­ti, o in alternativa di avere con sé il gel per le mani.

“NON SIAMO CAVIE”
«Ieri è stata una brutta serata, speravamo ci fosse un approccio diverso da quanto annunciato dal presidente del Consiglio» ha detto Za­ia. «Ci vuole senso di responsabilità e obiettività nel valutare. C’è fibrillazione, sono molto preoccupato per le tensioni sociali che si potrebbero scatenare. Non siamo cavie da laboratorio» ha tuonato il governatore. «Con tutti quelli che mi chiamano faccio il pompiere: spero che il governo possa dare un’aggiustata al decreto». Le parole di Zaia, pur pronunciate con tono pacato, sono macigni. «Le misure del governo sono irrealistiche. Ad esempio, come facciamo a dire che in un pullman di 35 metri quadri possono entrare massimo 15 persone e in un negozio di 40 metri quadri al massimo una? Parrucchieri ed estetisti hanno ragione da vendere: non è pensabile dirgli che forse riapriranno il primo giugno».

“VENETO ESSENZIALE”
Poi Zaia si è tolto un sassolino dalla scar­pa: «Se qualcuno a Ro­ma contesta le mie aperture sul cibo take away significa che non ha proprio niente da fare». E ancora: «La gente è disperata. Bisogna fare in modo che si riparta: non è la visione cinica di chi pensa solo ai soldi: qui noi manteniamo le nostre famiglie e il resto d’Italia. L’Italia non si può dimenticare di questa zona produttiva. La nostra recessione è la recessione dell’I­talia. Magari non è consuetudine dappertutto, ma la gente qui vuole andare a lavorare.

ESTATE E VACANZE
Capitolo turismo: anche in questo caso il presidente del Veneto è stato tranciante: «Ora la Croazia fa accordi con la Germania per creare corridoi per le vacanze, e i tedeschi sono i nostri primi clienti in assoluto, sono praticamente di famiglia qui… Ma non ho ben capito di cosa ci stiamo oc­cupando noi al momento». Un’evidente stoc­cata al ministro degli Esteri Di Ma­io. Zaia, infine, ha invitato il governo a capovolgere la visione (diciamo così) portata avanti finora: «Non ho nessuna volontà di sollevare conflitti né di politicizzare la questione, ma bisogna trovare una soluzione. Quel­lo che fa il governo non funziona perché il ragionamento che sottende dà un approccio sbagliato: va mes­so prima di tutto in sicurezza il cittadino, con tutti i dispositivi di protezione. Non bisogna agire azienda per azienda, categoria per categoria. Messe in protezione le persone si può riavviare il Paese. Qui da noi solo l’un per cento dei medici e degli infermieri si è contagiato» ha concluso Zaia «ed erano in prima linea. Al di fuori degli ospedali, con le mascherine, la percentuale non può che diminuire, è ovvio».