Aviaria, la Bassa “ad altissimo rischio” In tutta la Regione via libera agli allevamenti, ma in casa nostra è “zona rossa”

Aviaria, si comincia a vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Il ministero della Salute ha dato il via libera, dopo oltre due mesi di stop, alla ripartenza degli accasamenti di polli e tacchini nelle zone a medio rischio, in area verde, con alcune prescrizioni da seguire data la situazione epidemiologica ancora delicata. Le disposizioni riguardano gli allevamenti di una parte dei territori del Padovano, del Vicentino, del Veneziano e del Rodigino. Restano bloccate le aziende avicole del Veronese, che si trovano nell’area rossa ad altissimo rischio e in quella arancione ad alto rischio.
“Ringraziamo il ministero per aver accolto la nostra richiesta di poter ricominciare a produrre – sottolinea Simone Menesello, presidente della sezione avicola nazionale di Confagricoltura e titolare di un’azienda avicola a Lozzo Atestino, nel Padovano -. Siamo fiduciosi in una ripartenza, anche se sarà lenta, graduale e andrà gestita con oculatezza, sperando che il peggio sia alle spalle. A livello regionale la diffusione del virus sta rallentando. I dirigenti regionali della sanità hanno espresso la volontà di svuotare completamente, entro il 15 gennaio, gli allevamenti di broiler e tacchini presenti nelle aree colpite dall’epidemia. Nel frattempo, nella riunione con i ministeri della Salute e dell’Agricoltura che si è svolta nei giorni scorsi, ci è stato comunicato che sono state avviate le procedure per il riconoscimento dei danni diretti e indiretti subiti dagli allevatori. Confagricoltura Veneto, insieme a Cia e Coldiretti, ha chiesto inoltre alla Regione di dichiarare lo stato di calamità sulla base del decreto legislativo 102/104, in modo da attivare tutti gli strumenti di sostegno possibili”.
Nelle aree di rischio medio e densità bassa gli accasamenti possono avvenire mediante l’invio, da parte delle filiere o degli allevatori, di una programmazione ai Servizi Veterinari territorialmente competenti.
Per quanto riguarda la provincia di Verona l’orizzonte è più cupo. “Dobbiamo restare ancora fermi in attesa di nuove disposizioni ministeriali – spiega Diego Zoccante, vicepresidente della sezione avicola regionale e presidente di quella scaligera -. Il nostro territorio è tutto in zona rossa, anche quello che non ha avuto focolai, come la Lessinia, in quanto possiede la più alta concentrazione di allevamenti avicoli. Ci auguriamo che non ci siano altri focolai, in modo da poter ripartire anche noi con la produzione”.