“Bye bye”. LE DIMISSIONI DI DRAGHI: attesa per le decisioni di Mattarella. Alle urne ai primi di ottobre: il 2 o il 9 Ipotesi 25 settembre o 2 ottobre per il voto. Il premier si è commosso in aula. Resta in carica per gli affari correnti. Le reazioni dei politici veronesi alla crisi politica. Posizioni con sfumature diverse nel Centrodestra. Tosi, Bozza e Forza Italia

Che cosa può succedere ora? Ecco i prossimi passaggi:
– Le consultazioni: il presidente della Repubblica potrebbe non passare da un giro di consultazioni con i presidenti di Camera e Senato e con i partiti e sciogliere subito le Camere. Come indicato da Marzio Breda: «Nel gennaio 1994 Scalfaro sciolse le Camere e chiuse la legislatura dopo appena due anni senza neppur fare le consultazioni con i partiti. Accadde quando l’allora premier Ciampi, alla guida di un esecutivo tecnico di larghe intese (passato e presente, tutto si tiene), fu minacciato di sfiducia in Aula ma, prima del voto, quell’iniziativa fu trasformata in mozione di fiducia dagli stessi proponenti. A premere per la cacciata erano le sinistre, convinte di avere in tasca la vittoria alle urne, e l’area del cosiddetto partito dei giudici, visto che quello era il «Parlamento degli inquisiti». Ciampi salì al Colle, pronto a mollare ma incerto. Scalfaro tagliò corto e chiuse la partita, lasciandolo a gestire Palazzo Chigi fino all’insediamento del nuovo governo, in maggio. Per inciso: le elezioni, il 28 marzo, le vinse Berlusconi».
Sabino Cassese, presidente emerito della Corte costituzionale, ha scritto invece sul Corriere che, vista la fiducia comunque accordata dal Senato al governo, il capo dello Stato potrebbe sciogliere il Parlamento solo passando da consultazioni con i presidenti di Camera e Senato, perché in quel caso il presidente della Repubblica si metterebbe «in una posizione superiore all’organo stesso che l’ha scelto, e alla volontà popolare che rappresenta».
– Gli «affari correnti»: Draghi potrebbe rimanere in carica fino all’arrivo del nuovo governo, dopo le elezioni politiche. Dopo aver rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, il capo dello Stato gli chiederà di rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. L’alternativa, altamente improbabile, è che il capo dello Stato formi un «governo di scopo» per arrivare fino alle elezioni.
– Le elezioni anticipate: Le elezioni anticipate potrebbero tenersi il 2 ottobre o il 9 ottobre. Non prima: il 25 settembre, infatti, prendono il via le celebrazioni del capodanno ebraico.