CRACCO E LA STELLA CADENTE DI ACHILLE OTTAVIANI

Questo è un editoriale scritto anche per fatto personale (fa pure rima). Quando nel 2016 VeronaFiere festeggiò il 50ennale, con un Galà nel cuore dell’Anfiteatro romano di P.zza Brà fu chiamato a cucinare il grande chef Carlo Cracco. Allora di gran moda. La Cronaca di Verona che dirigo scrisse che si mangiò male e in un tempo assai lungo. Per Carlo Cracco fu lesa maestà con tanto di querela per diffamazione nei nostri confronti e richiesta di un ingente risarcimento economico per il danno da lui subito dai nostri articoli. Un magistrato con la “M” maisucola ha archiviato tutto perchè il nostro giornale aveva rispettato in pieno il diritto di cronaca. Oggi ci togliamo un sassolino dalle scarpe non avevamo tutti i torti. La stella di Cracco da allora è in caduta verticale. Il grande chef non fa più opinione ne ascolti e la guida Michelin fresca di stampa, toglie una stella al suo ristorante di Milano e ridimensiona il cuoco e giudice televisivo che ormai si era convinto di essere “Re Sole” della padella. Evviva quindi la Bibbia della ristorazione mondiale 2018 che ha dato a Cesare quel che è di Cesare. E un Evviva ai ristoranti veronesi che si sono mantenuti le loro stelle e se le sono tenute a differenza del dio “Cracco”, evviva quindi: PERBELLINI, IL DESCO, LA VERANDA, OSELETA, LA VECCHIA MALCESINE, alla faccia dei cuochi montati e alla loro inutile arroganza.