Una bomba al Bentegodi

Il raccattapalle vide quella cosa scura, proprio lì, vicino alla “busa” del salto in alto. La guardò, gli venne forse voglia di prenderla, ma preferì segnalarla ai poliziotti in servizio. “La me par ‘na bomba” disse subito un inserviente. Era una bomba, infatti. Il Bentegodi gremito, 45 mila spettatori e anche più. Era il 20 marzo ’77, il giorno di Verona-Juventus, figuratevi. I poliziotti si avvicinarono, tenendo lontani tutti gli altri. “Che facciamo?”. Chiamarono il Questore. Gradinate gremite, necessità di gestire l’emergenza con grande attenzione. Il Questore, dott. Pirella, con i suoi collaboratori, scelse la via del buon senso. Verificato che la sicura era ancora al suo posto, ordinò di “interrarla” e coprirla nella buca dell’alto. Sotto il saccone. Nel primo tempo, in quella porta, giocò Superchi. Nella ripresa toccò al grande Zoff. “Non lo sapevo di sicuro” commenterà più tardi SuperDino.
L’ESPLOSIONE E LE INDAGINI. L’ordigno venne fatto brillare dopo il match, dal sergente maggiore degli artificieri Ignazio Tafano, con una carica di tritolo. Le indagini furono condotte da subito con grande determinazione. Un testimone raccontò di aver visto il lancio della bomba e fornì indicazioni importanti. In pochi giorni, vennero arrestati i presunti colpevoli, tre ultras gialloblù, uno dei quali minorenne. I tre confessarono. Il sedicenne, in particolare, raccontò di volerla usare “contro i pullman di tifosi bianconeri”.
I COMMENTI. Il fronte, come a volte succede, si divise. Ci fu chi parlò di strategia della tensione e chi liquidò la questione, semplicemente, come gli eccessi del tifo ultras. I quali, non tardarono a rivendicare il gesto con un foglietto manoscritto. “Un’intimidazione per il fronte bianconero – scrissero – ma anche un segnale per i tifosi milanisti, laziali, sampdoriani e “tutti gli altri” che dovranno venire al Bentegodi”.
LA PARTITA. Quasi mai una partita “normale”, non lo fu nemmeno quella. In campo, giusto per chiarire, successe di tutto, proprio allo scadere. Cross di Zigoni, testa di Petrini, gol, 1-0. L’arbitro, il parmense Michelotti, annullò “perchè la palla di Zigoni era già uscita al momento del cross. Ne sono sicuro’. Immaginatevi il caos. “Ha fischiato perchè c’era la Juve di mezzo” dice sempre Zigoni. In campo un finimondo, espulsi Petrini e Cuccureddu. Poi Michelotti fischiò la fine. Nessuno si accorse del poliziotto che non perse di vista un attimo il saccone del salto in alto…

Raffaele Tomelleri