A giugno il vaccino veronese. A fine primavera prevista l’approvazione dell’Ema L’agenzia europea per i medicinali valuterà il siero di Reithera prima dell’inizio dell’estate. Il farmaco è in fase di sperimentazione all’ospedale Spallanzani di Roma e al Centro Ricerche Cliniche di Verona. Si punta alla produzione di 100 milioni di dosi tra 2021 e 2022. Al via l’investimento da parte di Invitalia che avrà una partecipazione del 30% del capitale

La lotta al Covid, almeno in Italia, potrebbe com­piere un passo decisivo. E potrebbe farlo a Verona. Il vaccino Reithera, notizia del­l’ultima ora, se non vi sa­ranno intoppi po­trebbe essere ap­provato dal­l’Ema entro giugno. Il nulla osta dell’agenzia europea per i medicinali significherebbe, stando alle previsioni, 100 milioni di dosi tra il 2021 e il 2022, una manna considerando i ritardi di Pfizer e le lungaggini per l’ok al siero di A­strazeneca. Il siero Reithera è in fase di sviluppo al­l’o­spe­dale Spallanzani di Ro­ma e al Centro Richerche Cliniche del­l’ospedale di Borgo Ro­ma, dove da mesi è al lavoro la task force coordinata dal professor Stefano Milleri. Con l’antidoto italiano saremmo in grado di disporre dell’autonomia vaccinale. I tempi non so­no im­mediati ma entro qualche mese potremmo a­vere la garanzia di non dipendere da fattori esterni. Nel frattempo Il Cda di Invitalia ha ap­­provato il contratto di Sviluppo presentato da Reithera che fi­nanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sa­rà destinato alle attività di Ricerca e Sviluppo per la validazione e produzione del vaccino. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Ca­­­stel Ro­mano, dove sarà prodotto l’an­tidoto. Le agevolazioni con­­­cesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, am­montano a circa 49 mi­lioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di fi­nan­ziamento agevolato. Inoltre, in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisira’ una partecipazione del 30% del capitale del­la società, a seguito di un aumento del capitale di Reithera. L’azienda ha già concluso la fase 1 di sperimentazione. Ora, anche grazie a questo ulteriore investimento, si passa allo stadio successivo, relativo ai test di sicurezza ed efficacia. L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi ad ottenere le necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità di vigilanza sia europee che italiane per poter somministrare il vaccino. La capacità produttiva prevista a regime è pari a 100 milioni di dosi all’anno. Si prevedono inoltre 40 nuove assunzioni. “E’ un accordo im­­portante per ridurre la di­pendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini” ha detto Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Co­vid e amministratore delegato di Invitalia. “La produzione italiana di vaccini andrà ad ag­giungersi a quelle realizzate all’estero – ha aggiunto Arcuri – rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi”. “Siamo or­gogliosi di aver concluso l’accordo con Invitalia – hanno dichiato Antonella Folgori e Stefano Colloca, soci di Reithera – il cui intervento potrà accelerare lo sviluppo del vaccino italiano, a cui Reithera sta lavorando con professionalità e dedizione fin dall’inizio della pandemia”.