A San Massimo un nuovo giardino dedicato a Vittorino Colombo

L’area area verde fra via Innocenzo Liruti e via Sant’Euprepio a San Massimo è il giardino Vittorino Colombo. La cerimonia di intitolazione si è svolta questa mattina alla presenza dell’assessore ai Servizi demografici Federico Benini e al presidente della Circoscrizione 3^ Riccardo Olivieri.
L’area, di 2.400 mq, per anni terreno incolto e abbandonato, è stata recentemente interessata da un completo intervento di riqualificazione voluto dall’Amministrazione – Direzione Giardini, che ha portato al riordino degli spazi a verde e alla realizzazione dei percorsi-vialetti di camminamento e, soprattutto, alla piantumazioni nuovi alberi e arbusti. E’ stato inoltre realizzato un nuovo marciapiede in via Liruti.
“Figura di spicco della bella società civile veronese che ha dedicato la sua vita alla politica e al bene di Verona – sottolinea l’assessore Benini –. Questi giardini, riqualificati dall’Amministrazione e divenuti luogo d’incontro e di vita della comunità, da oggi portano il suo nome dandone non solo memoria ma un esempio, in particolare alle nuove generazioni, a cui ispirarsi per operare in favore della città e di tutti i veronesi”.
“Grande soddisfazione – dichiara il presidente Olivieri – per l’ennesimo luogo restituito alla comunità, prima oggetto di degrado e incuria e oggi, grazie ad un percorso che ha promosso le migliori energie dell’Amministrazione e della cittadinanza, nuovo spazio verde accogliente e  dedicato ad una delle figure che hanno reso grande la nostra città”.
Vittorino Colombo, dirigente della Mondadori, è stato uno dei padri della Democrazia Cristiana veronese, di cui fu consigliere comunale e senatore per due legislature, e rappresentante di quella “buona politica” – attenta allo sviluppo tanto economico che sociale – che ha fatto grande Verona. E’ stato tra l’altro componente della commissione di indagine sulla tragica fine di Aldo Moro.
Nato a Verona il 21 novembre 1924 è fin da giovane diventa parte attiva della comunità di Santo Stefano e della Valdonega.
Laureato in lettere all’Università Cattolica di Milano da studente lavoratore, partecipa attivamente alla Resistenza rifiutando l’arruolamento nella RSI e fuggendo in Val d’Ayas in Val d’Aosta dove operava una brigata partigiana.
È stato responsabile regionale della gioventù di Azione Cattolica, militando dal 1945 nella Democrazia Cristiana in posizioni di responsabilità, divenendone poi Vicesegretario Provinciale al fianco di Enzo Erminero.
Nel 1957 diventa membro del consiglio della azienda municipalizzata AMT nel solco di quel gruppo di grandi dirigenti politici, senza distinzione generazionale, da Ubert a Zanotto, da Tomelleri a Gozzi, che ha sempre ritenuto fondamentale principio dell’interventismo economico nell’ambito dell’autonomia comunale.
Nel 1976 Colombo inizia la sua esperienza a livello nazionale: viene eletto senatore nella VII legislatura e verrà confermato anche nelle successive VIII e nella IX.
Fu un parlamentare di grande rilievo: fece parte del direttivo del gruppo del Senato, divenne Segretario del Senato quindi nell’ufficio di presidenza e fece parte, tra l’altro, delle Commissione sul Controllo Radiotelevisivo, Bilancio, Lavoro, Affari Istituzionali ed anche, nel buio periodo del terrorismo, della Commissione d’indagine sul caso Moro, a cui era tra l’altro personalmente molto legato.