Grande cordoglio ha suscitato la morte di Hélène de Franchis, figura imprescindibile nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Nata a Tangeri 82 anni fa e formatasi tra Napoli, Roma e Londra, Hélène de Franchis arrivò a Verona nel secondo dopoguerra. Il primo a ricordarla è stato il presidente di ArtiVer Alberto Battaggia. “Fondatrice nel 1969 di Studio La Città – ha detto -, Hélène ha contribuito a fare di Verona un punto di riferimento dell’arte contemporanea, portando nel cuore della nostra città artisti e visioni provenienti da ogni parte del mondo. Dotata di uno sguardo sempre aperto, rigoroso e visionario, attentissimo alla valorizzazione di giovani artisti, Hélène ha costruito, in oltre 55 anni di attività continuativa, uno spazio espositivo e culturale che ha educato generazioni di visitatori al linguaggio dell’arte più viva e attuale. Fin dagli inizi, Galleria La Città – poi Studio La Città – ha proposto artisti italiani di valore assoluto come Lucio Fontana, Piero Dorazio, Mario Schifano, Gianni Colombo, affiancati a talenti internazionali come Sol LeWitt, Richard Tuttle, Robert Mangold, spaziando dal minimalismo, all’arte povera, all’arte concettuale. Celebre, nel 1973, la mostra collettiva “Iononrappresentonullaiodipingo”, che lanciò, con protagonisti come Carlo Battaglia, Rodolfo Aricò, Giorgio Griffa, Claudio Verna, la cosiddetta Pittura Analitica”. Di importante figura del panorama culturale della nostra città e professionista di grandissimo livello dalla straordinaria vitalità intelletttuale, ha parlato il sindaco Damiano Tommasi sottolineando come “Studio La Città ha rappresentato negli anni uno spazio costantemente animato da un vivacissimo confronto di proposte culturali innovative, di idee originali e di spirito critico. Hélène de Franchis è stata una professionista di grandissimo livello, generosa e di straordinaria vitalità intellettuale”. Cordoglio è stato espresso anche dal presidente dell’Accademia di Belle Arti statale di Verona, Andrea Falsirollo, e dal direttore Francesco Ronzon. “Hélène de Franchis – hanno detto – è stata per l’Accademia molto più di una stimata professionista: è stata un’amica generosa, una compagna di strada appassionata e sempre attenta alla crescita culturale e formativa delle nuove generazioni di artisti. Con Studio La Città ha saputo offrire all’Accademia occasioni di incontro e confronto che hanno arricchito il percorso di tanti nostri studenti e docenti. La sua presenza, la sua intelligenza critica e la sua dedizione all’arte rimarranno per noi un esempio prezioso”.