Non sono più utilizzati da decenni. E la loro presenza è diventata un elemento che ostacola la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente. I vecchi impianti di risalita per lo sci in Lessinia sono al centro di un’operazione di dismissione definitiva finanziata per 80mila euro dalla Regione Veneto e avviata di recente dall’Ente Parco Naturale Regionale della Lessinia con il via alla fase di smantellamento. Gli impianti al centro dell’intervento rappresentano strutture fatiscenti che il Parco, dopo un percorso generale di ascolto delle realtà del territorio e delle loro proposte d’intervento in campo ambientale e turistico, ha deciso di eliminare. «Parliamo di un ripristino e restauro ambientale del paesaggio», dice il presidente dell’Ente Parco, Massimo Sauro. L’operazione, approvata dopo mesi di verifiche catastali e incontri sul territorio, prevede la demolizione delle vecchie strutture in cemento armato e delle vecchie casette degli skilift. «Quest’intervento è per noi un nuovo passo concreto nei confronti della valorizzazione dell’area protetta grazie al contributo della Regione», ribadisce Sauro. Non più operativi ma tuttora presenti in Lessinia, gli impianti interessati sono composti da plinti interrati di ancoraggio dei portali, cabine in muratura posizionate alla partenza e arrivo e plinti fuori terra che avevano la funzione di contrappeso, così come plinti dov’erano installate le strutture in ferro per le seggiovie o gli skilift. In alcuni impianti (esempio, Campolevà 1 e 2 – e Camporotondo) sono ancora presenti nelle basi di partenza e arrivo degli impianti meccanismi che verranno rimossi e avviati allo smaltimento. Come spiegano dall’area tecnica dell’Ente Parco, «l’intervento si propone di demolire la parte superiore dei plinti interrati mentre per i plinti di ancoraggio è prevista la demolizione completa, idem per le cabine di partenza e arrivo». In tutto parliamo di oltre 140 plinti in calcestruzzo e una decina di cabine. «Ove presenti, saranno demoliti anche portali in ferro e i plinti di fondazione». «Un ringraziamento va alla Regione, al Consiglio direttivo e al personale degli uffici dell’Ente Parco per la collaborazione che ha permesso di raggiungere questo obiettivo», conclude Sauro.